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Diagnosi ecografica di oloprosencefalia: case report
L’oloprosencefalia è un’anomalia congenita causata da una
mancata divisione del prosencefalo in emisferi durante lo sviluppo embrionale, caratterizzata da anomalie multiple sulla linea mediana della faccia. Questa malformazione può essere isolata e sporadica, associata ad alterazioni cromosomiche o genetiche. In base al grado di separazione dei due emisferi cerebrali distinguiamo tre forme: alobare, semilobare, lobare. L’oloprosencefalia è frequentemente associata a dismorfismo cranio-facciale; in particolare, nel caso in esame, il feto evidenziava all’ecografia: emisferi cerebrali di aspetto liscio, ciclopia ipognatica, displasia ed impianto basso delle orecchie. Lo studio del cariotipo dimostrava una traslocazione reciproca bilanciata, di
origine paterna, tra i cromosomi 3 e 9 con punti di rottura, rispettivamente, in 9p24 e 3p21. L’esame ecografico rappresenta, dunque, il metodo di scelta più efficace per la diagnosi di tale patologia, e attraverso questa metodica è possibile programmare l’eventuale interruzione della gravidanza (legge 194/78, art. 6)
Incidenza di gravidanza gemellare nei protocolli di fecondazione assistita
Obiettivo: lo studio è stato effettuato per evidenziare l'incidenza di gravidanze gemellari o plurigemellari, nei protocolli di fecondazione assistita presso il centro FIVET del reparto di ginecologia e ostetricia. Materiali e metodi: presso il nostro centro di fecondazione assistita del
presidio ospedaliero Ascoli Tomaselli sono state esaminate, dal 1993 al 2002, 1.270 coppie di età compresa tra i 25 e i 40 anni, di cui 470 infertili per fattore maschile, 490 infertili per fattore femminile, 120 per cause di entrambi i
partner e infine 190 sine causa. Tutte le coppie, divise in relazione alla causa di infertilità, sono state avviate per il 50% a protocollo FIVET, per il 30% a rapporto mirato e per il restante 20% a inseminazione intrauterina per un
totale di 3 cicli. Risultati: nelle 1.270 coppie esaminate presso il nostro centro di fisiopatologia della riproduzione umana sono state ottenute 281 gravidanze, di cui 238 singole (84%), 41 gemellari (15%) e 2 trigemini (1%).
Conclusioni: l'incidenza di gravidanza gemellare, con l’introduzione delle metodiche di fecondazione assistita,negli ultimi 25 anni è passata dall’1% al 15%
Valutazione della cervice uterina nella minaccia di parto pretermine tramite l’ecografia transvaginale
Obiettivo: scopo del nostro studio è stato quello di mettere in evidenza una relazione significativa tra lunghezza della cervice uterina ed evento parto pretermine, dimostrando come l’utilizzo dell’ecografia transvaginale, nelle pazienti sintomatiche, fornisca informazioni importanti per distinguere il vero dal falso travaglio.
Materiali e metodi: presso il nostro dipartimento sono state esaminate 1.516 cartelle ostetriche relative ai mesi gennaio 2003-dicembre 2004. Sono stati estrapolati 108 casi di donne con minaccia di parto pretermine che avevano un’età gestazionale compresa tra 24 e 36 settimane, l’età media 16-42 anni. Risultati: nel 79,6% delle 108 pazienti la lunghezza cervicale era � 15 mm ed il funneling era presente nel 34,9%. Nessuna di queste pazienti partorì entro 7 gg dal ricovero. Nel 20.4% delle pazienti che
presentavano una lunghezza cervicale � 15 mm, il funneling era presente nell’81,8% dei casi. Il parto entro 7 gg ha avuto luogo nel 37% delle 22 pazienti. Conclusioni: il 7,4% delle 108 pazienti ricoverate con diagnosi di minaccia di parto pretermine ha partorito entro 7 gg dal ricovero. L’analisi statistica ha mostrato che l’unico elemento significativo per la determinazione del parto entro 7 giorni è risultata l’associazione tra la lunghezza cervicale � a 15 mm e la presenza di funneling
Tecniche di diagnosi prenatale a confronto
Obiettivo: scopo del nostro lavoro è stato quello di confrontare e valutare le metodiche diagnostiche per la diagnosi prenatale. A causa delle incertezze delle indagini di screening, da una parte, e dei rischi legati alle procedure invasive dall’altra, c’è attualmente un considerevole interesse nello sviluppo di nuovi approcci finalizzati ad una diagnosi prenatale non invasiva. Il recupero, l’isolamento e lo studio di cellule fetali dal sangue materno rappresentano il più promettente mezzo diagnostico non invasivo. Materiale e metodo: abbiamo analizzato campioni di sangue di 50 donne gravide selezionate da sottoporre ad amniocentesi (alla 15ª- 18ª settimana) per una o più indicazioni. Risultati: confrontando i dati ottenuti con i risultati delle amniocentesi, si è visto che tutti quei casi dove fu rilevato un numero significativamente più alto di FNRBCs (coefficiente di significatività p<0,01) nel sangue materno, corrispondevano ad alterazioni genetiche
identificate con l’amniocentesi Conclusioni: la ricerca delle FNRBCs (coefficiente di significatività p<0,01) nel sangue materno rappresenterebbe un significativo test
di screening che da un lato aumenterebbe il numero di casi di diagnosi prenatale positiva e dall’altro diminuirebbe il numero di amniocentesi
A one-step SC-CO2 assisted technique to produce compact PVDF-HFP MoS2 supercapacitor device
Safety, easiness, and ecologically friendly preparation methods are key features in the fabrication of a portable supercapacitor. In this work, it is reported the use of supercritical CO2 (SC–CO2)-assisted gel drying for the direct preparation in a one-step of a novel porous and portable supercapacitor device. It consists of three layers, grown together and able to uptake a large amount of an ionic liquid, of an aerogel of Poly (vinylidene fluoride-co-hexafluoropropylene) (PVDF-HFP): the middle layer is formed by PVDF-HFP alone and the top, and bottom layers are formed by PVDF-HFP aerogels containing dispersed molybdenum disulfide (MoS2) nanosheets (i.e., PVDF-HFP + MoS2). The produced supercapacitor device (PVMS) is characterized by a mesoporous structure with high surface area, taking advantage from both non-flammability and electrochemical stability of PVDF-HFP and high capacitance of MoS2 due to its fast ionic conductivity. The supercapacitor, at the optimized operative conditions, achieves an excellent specific capacitance of 176 F/g and a very high energy density of 97.8 Wh/Kg at a power density of 0.65 of kW/kg (current density 0.6 A/g), that still remains 76.4 Wh/kg at 5.1 kW/kg (current density 5 A/g, specific capacitance of 138.2 F/g). The device shows good stability in an ionic liquid electrolyte, suggesting that the proposed process can be a new opportunity to produce highly bulky improved supercapacitors
