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    Verso la scoperta dei "danni da wi-fi". Strumenti di tutela tra responsabilità civile e principio di precauzione

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    Nella odierna “società del rischio” si assiste alla proliferazione di tecnologie avanguardistiche, non sempre rispettose dell'ambiente e della salute umana. In tale panorama si inserisce, senza dubbio, la fattispecie che, nel presente lavoro, verrà chiamata “danni da wi-fi”. Con questa espressione si intende alludere ai potenziali – ma non per questo privi di riscontri scientifici – pregiudizi che discendono dall'utilizzo, protratto nel tempo, dei dispositivi che impiegano il protocollo wi-fi. L'incompletezza degli studi epidemiologici sul punto rappresenta un notevole ostacolo nel cammino verso il riconoscimento di tale categoria di danni. Si consideri, però, che negli ultimi anni sono stati avviati numerosi studi sia in vivo che in vitro, da cui si evince che il pericolo per la salute umana sia tutt'altro che astratto. Nella medesima direzione depongono, inoltre, l'accoglimento nella classe “2B” («possibile fattore cancerogeno per l'uomo») della gamma delle radiofrequenze ed una recente decisione assunta dalla Corte di Cassazione. Quest'ultima infatti – occupandosi di una questione sebbene non sovrapponibile, nondimeno comparabile con i “danni da wi-fi” – ha ritenuto sussistente il nesso di causalità tra l'utilizzo prolungato di telefoni cellulari e l'insorgenza di un tumore al nervo acustico. Gli indizi delineati, seppur non sufficienti a fondare una certezza scientifica in ordine al manifestarsi di una patologia, possono essere adoperati in chiave giuridica per garantire una tutela più ampia possibile ai consumatori dei dispositivi in esame. In una prospettiva ex ante, il principio di precauzione rappresenta indubbiamente la soluzione preferibile, giacché – con le dovute proporzioni – permetterebbe di evitare il ripetersi di “catastrofi” quali quelle sperimentate in tema di amianto e fumo di sigaretta. Per quanto concerne i rimedi esperibili a seguito del prodursi del danno, invece, si ritiene di dover optare per l'utilizzo della responsabilità aquiliana, poiché – nonostante l'arduo espletamento dell'onere probatorio cui si deve far fronte – ci pare lo strumento più adeguato per giungere al risarcimento del danno biologico

    Progettazione di un Modello Operativo per l'Assemblaggio di Turbine a Gas

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    La tesi è finalizzata alla definizione di un nuovo modello operativo per l’assemblaggio di turbine a gas in Ansaldo Energia S.p.A., società leader per la fornitura, l'installazione e il service di impianti e componenti per la produzione di energia. Le turbine a gas, in quanto sistemi complessi realizzati attraverso un articolato processo di assemblaggio, sono soggette al rischio di danneggiamento da corpi estranei (F.O.D., Foreign Object Damage). L’impatto potenziale di una contaminazione da FOD e la sensibilità dell'unità Fabbrica nel migliorare costantemente la qualità del prodotto per i propri clienti, hanno spinto l'Azienda ad intraprendere un percorso di miglioramento. È in questa ottica che viene definito un nuovo modello operativo per il processo di assemblaggio delle turbine a gas, che includa al suo interno provvedimenti volti a migliorare le condizioni generali di lavoro nell'area. Lo scopo è perseguito per mezzo di un'intensa attività di analisi della realtà interna e di benchmark con realtà all'avanguardia, capitalizzate nella revisione e riprogettazione, in chiave lean, delle attuali logiche di gestione di personale, metodi e materiali. Tra questi, assumono un'importanza predominante i materiali da montare, gli utensili e le attrezzature. Questo lavoro si inserisce all'interno di un progetto di più ampio respiro, che prevede l'introduzione delle logiche lean a livello di shopfloor, con l'apertura di un cantiere 5S nell'area dei montaggi finali delle turbine a gas, in corrispondenza del mese di ottobre 2013

    Sub-10 nm colloidal lithography for integrated spin-photo-electronic devices

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    Colloidal lithography [1] is how patterns are reproduced in a variety of natural systems and is used more and more as an efficient fabrication tool in bio-, opto-, and nano-technology. Nanoparticles in the colloid are made to form a mask on a given material surface, which can then be transferred via etching into nano-structures of various sizes, shapes, and patterns [2,3]. Such nanostructures can be used in biology for detecting proteins [4] and DNA [5,6], for producing artificial crystals in photonics [7,8] and GHz oscillators in spin-electronics [9-14]. Scaling of colloidal patterning down to 10-nm and below, dimensions comparable or smaller than the main relaxation lengths in the relevant materials, including metals, is expected to enable a variety of new ballistic transport and photonic devices, such as spin-flip THz lasers [15]. In this work we extend the practice of colloidal lithography to producing large-area, near-ballistic-injection, sub-10 nm point-contact arrays and demonstrate their integration in to spin-photo-electronic devices.Comment: 15 pages, 5 figure

    Balancing work and family in Italy: New mothersÂ’ employment decisions after childbirth

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    Compared with other European countries, the Italian labour market stands out for the low level of both female participation and fertility. In this paper we focus on the employment patterns of Italian mothers around the time of childbirth. Our hypothesis is that the difficulties involved in reconciling work and family when there are children are among the leading causes of the low female employment rate in Italy. Data from the 2002 Italian Birth Sample Survey show that about 20 per cent of mothers who were working before childbirth, stop working one and a half years after delivery and that about 14 per cent voluntarily decide to resign. The paper analyses the factors that most influence new mothersÂ’ unemployment risk after childbirth.female employment, childbirth, childcare

    Creep-Fatigue Crack Growth in Power Plant Components

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    In components operating at high temperature, the presence of defect, that may derive from manufacturing process or operating under critical conditions, could raise to creep-fatigue crack growth even at low loading conditions. Creep- fatigue experimental tests have been performed on P91 material, at 600 °C according to ASTM E2760-10 standard, with focus on the effects of the initial nominal stress intensity factor range, ranging between 16 and 22 MPa m 0.5, and the hold time, ranging between 0.1 and 10 hours. The results will be presented in the paper, together with their application for residual life prediction of a power plant cracked pipe, as case study

    Spin-orbit torques for current parallel and perpendicular to a domain wall

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    We report field- and current-induced domain wall (DW) depinning experiments in Ta/Co20Fe60B20/MgO nanowires through a Hall cross geometry. While purely field-induced depinning shows no angular dependence on in-plane fields, the effect of the current depends crucially on the internal DW structure, which we manipulate by an external magnetic in-plane field. We show for the first time depinning measurements for a current sent parallel to the DW and compare its depinning efficiency with the conventional case of current flowing perpendicularly to the DW. We find that the maximum efficiency is similar for both current directions within the error bars, which is in line with a dominating damping-like spin-orbit torque (SOT) and indicates that no large additional torques arise for currents parallel to the DW. Finally, we find a varying dependence of the maximum depinning efficiency angle for different DWs and pinning levels. This emphasizes the importance of our full angular scans compared to previously used measurements for just two field directions (parallel and perpendicular to the DW) and shows the sensitivity of the spin-orbit torque to the precise DW structure and pinning sites.Comment: 11 pages, 3 figure
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