225 research outputs found

    Sustainable tourism: a valid remedy against climate change impact in every context. The Svalbard and Kiribati archipelagos

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    : Climate change, with relevant global warming, has a deep and global impact on environment but the consequences on local populations and respective economic activity may differ in a significant way depending on the dissimilar socio-economic conditions. This study compares the conspicuous effect that this change of natural conditions has on two archipelagos placed in extreme latitudes. Regardless of latitude, the impact on the environment is important, conditioning significantly the landscape and the usual natural life of animals and human being. The possibility to cope with those consequences are dramatically limited for the underdeveloped population of Kiribati. Due to its coral nature this archipelago risks to be flooded and disappear with few meters of increase in sea level together with the very basic activities that the population has adopted as a mean of subsistence (fishing and agriculture). Because of this situation, the Kiribati population is seriously facing the disappearing of his Country together with his cultural identity and is considering the mass exodus in other safer areas to survive. The wealthier population of Svalbard has the possibility to defend themselves and their archipelago with the substantial help of the international community but, at the same time, they risk having their historical landscape and culture deeply influenced by the economic interests that the warmer climate can offer. For both populations the sustainable tourism has been in the last period an alternative activity to traditional economy. This study proposes to adopt the sustainable tourism as a valid instrument to help local populations defending themselves, their culture, and their country against the disruptive effects of climate changes

    Il supporto cartografico nella prevenzione del Rischio e nella pianificazione. L'Area Flegrea

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    I Campi Flegrei, situati ad ovest di Napoli, occupano un’area con un’e- levata densità demografica, ricca di risorse culturali e al tempo stesso interessata da una discreta attività vulcanica. L’elevato grado del Rischio connesso alle attività umane è emerso sia dal’analisi del paesaggio, dove sono evidenti i segni del degrado do- vuti alla pressione antropica e all’urbanizzazione, sia dall’analisi delle stime operate da diversi studiosi. Il livello del Rischio vulcanico è stato valutato attraverso l’applicazione di modelli condivisi dalla comunità scientifica. Dopo aver individuato le risorse naturali e culturali pre- senti nel territorio, abbiamo utilizzato lo strumento cartografico per confrontare i dati relativi ai fenomeni osservati, comprenderne le re- lazioni ed individuare le aree dove intervenire con una pianificazione integrata. Ne sono derivate alcune interessanti conclusioni sul livello non solo del Rischio, ma anche della Vulnerabilità, ossia del Valore delle risorse territoriali compromesso dalle attività umane e da un’eventuale ripresa dell’attività vulcanica

    Innovazione e ridisegno degli spazi urbani. Dai “vuoti” ai poli di sviluppo. L’area Est di Napoli,

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    The primary purpose of this study is to analyse some of the territorial aspects of the “Great Void of Napoli Est” and assess the progress of projects elaborated to enhance its improvement, including the renovation of disused sites. The development of “urban voids” is a consequence of the radical changes that have occurred in the 70’s to the economies of developed countries, which have led to the downsizing of production activities and the abandonment of many industrial spaces and buildings, traditionally located in proximity of urban areas. Starting from those years, in fact, the logistic strategy adopted by many companies changed. The combined effect of increased speed and decreased cost of modern transport systems together with the cheap cost of land and labour in some developing countries stimulated the decision to delocalise elsewhere the production activities. This decision has been further facilitate, in recent years, by the technological innovation that made available smaller and smaller machinery, making easier and cheaper new installations. The relocation trend was also further encouraged by the rising cost of urban land, consequence of the process of “neo-centrism” that has convinced many companies to dispose of their land estates. Together with industrial structures, even tertiary activities ended up losing gradually their effectiveness, especially because of the geographic redistribution of certain services. This has increased the number of those “urban voids” often consisting of timeworn buildings with no aesthetic qualities or from disused plants filled with polluting materials that have been a major cause of the lack of appeal of those urban areas, causing the decline of land and buildings value. The position of these spaces on the outskirts of large cities has also led to the degradation of the ecosystem and the raising of the level of risk to the health of the population. Howe 110 - InnovazIone, competItIvItà e svIluppo neI terrItorI dell’unIone europea InnovazIone e rIdI segno deglI spazI urbanI: daI “vuotI” aI polI dI svIluppo. l’area est dI napolI. - dI stefanIa palmentIerI ver, we should not underestimate that the “urban voids” can represent a unique opportunity to redesign the urban area in view of its improvement, especially in areas where the presence of these “urban voids” could result in a factual urbanistic paralysis. Consequently, there is the need for a strategy that, through sustainable projects, could permit their regeneration and functional revitalization. The possible options should range between a “cultural destination” of abandoned buildings and the conversion of “voids” areas into “eco-friendly” resources thanks to, for example, the creation of parks or zones to be assigned to innovative activities

    Unione e separazione Europea

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    A 25 anni dalla caduta della cortina di ferro l’Europa, che dal punto di vista geografico si identifica con l’oriente in quanto propaggine del continente euroasiatico ma dal punto di vista storico e culturale si identifica piuttosto con l’occidente, continua ad essere una terra di transizione, un luogo in cui i due poli si incontrano e si diversificano nello stesso tempo. Di qui il ruolo di mediatore di civiltà differenti che l’Europa ancora oggi tenta di ricoprire e che conferisce alla sua cultura il duplice carattere di universalismo e pluralismo: una capacità di aprirsi all’esterno e al contempo di riunire diverse forme istituzionali e identità nazionali e linguistiche. In Europa persistono diversi confini e i confini diventano fondamentali per stabilire la sovranità o chi sia maggioranza o minoranza a tutti i livelli territoriali. .In Europa del resto, il multiculturalismo assume caratteri particolari rispetto alle altre aree geografiche che vanno ricondotti alle radici della cultura stessa europea, influenzata tra l’altro da continui processi migratori, soprattutto quelli a partire dal XIX secolo fino ai moderni che, generati dall’espansione economica, hanno assunto un carattere globale che ha portato a distinguere all’interno dello stesso continente tra i paesi occidentali, meta di immigrati, e quelli orientali, luoghi di partenza

    La rappresentazione cartografica delle risorse territoriali come strumento di pianificazione dello sviluppo sostenibile. La Penisola Sorrentina* The cartographic representation of territorial resources as a tool for planning sustainable development. The Sorrento Peninsula

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    In questa analisi, che si propone di individuare i possibili futuri scenari di sviluppo sostenibile in un’area ricca di risorse quale è la Penisola Sorrentina, il ruolo della cartografia come strumento di supporto alla localizzazione e alla valorizzazione delle potenzialità locali si è rivelato particolarmente proficuo, per le possibilità che esso offre di rappresentare le forme che definiscono le specificità e le identità del territorio. L’analisi cartografica ha, infatti, consentito di individuare, in prima battuta, le principali componenti paesaggistiche di natura geomorfologica e di giungere poi ad una definizione di contesti omogenei anche dal punto di vista culturale e identitario. Sono state così individuate le principali forme dell’insediamento e dell’uso del suolo che hanno orientato le scelte colturali di ciascuna cellula paesaggistica, definendo dei veri e propri tratti tipici di paesaggio. La valorizzazione delle aree rurali, in particolare di quelle agricole, fa sentire il proprio peso nelle politiche di sostenibilità dello sviluppo, dal momento che una pratica agricola sostenibile, come afferma la stessa Convenzione Europea del Paesaggio, può effettivamente rivitalizzare ambiti territoriali e centri marginali, incoraggiando la creazione di industrie agroalimentari, di infrastrutture e servizi secondo un modello di sviluppo fondato sull’innovazione e sulla valorizzazione delle risorse, restituendo loro il ruolo di referenti dell’identità collettiva, riattivando i percorsi storici, incrementando quelle attività che generano indotti, rifunzionalizzando le dimore rurali

    Il programma della Presidenza Italiana in Europa in materia di Trasporti, Telecomunicazioni ed Energia

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    L'imperativo della competitività, misurata sulla base di una pluralità di variabili, quali ’efficienza delle istituzioni e delle infrastrutture (vie di comunicazione e rete teleinformatica); dallo stato, le finanze pubbliche, il tasso di inflazione, l’alfabetizzazione della popolazione; l’efficienza del mercato (le distorsioni, la competizione interna, la bilancia commerciale, la capacità di attrarre cervelli, la flessibilità) il livello tecnologico e dell’innovazione; ecc., rendono particolarmente rilevante il ruolo della Presidenza italiana, nel corso del 2014 che, attraverso un programma politico si pone diversi obiettivi tra i quali il miglioramento del contesto in cui operano le imprese, attraverso l’incremento della connettività e l’integrazione del sistema di trasporti e comunicazioni, per aumentarne la produttività e favorirne l’innovazione

    Nuove sfide per le Capitali Europee della Cultura

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    La valorizzazione della cultura come strumento di sostenibilità rappresenta la chiave di lettura di questo articolo che sottolinea come Il conseguimento del titolo di “Capitale della Cultura” offra ad una città la possibilità di migliorare la propria immagine, di inserirsi nella mappa europea e di vedere rafforzata in tal modo la propria identità culturale. Secondo i criteri di selezione in vigore dal 2013, per entrare nella lista delle Capitali Europee della Cultura una città deve avere alcuni requisiti: l’equilibrio fra leadership politica e culturale e tra città e regione; l’effettivo lavoro di gruppo; il pieno appoggio dei partners locali, regionali ed europei ed un forte supporto del settore privato. Vengono esaminate alcune esperienze di Capitale della Cultura in Europa

    The cartographic support in Risk prevention and planning. The Campi Flegrei Area

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    I Campi Flegrei, situati ad ovest di Napoli, occupano un’area con un’elevata densità demografica, ricca di risorse culturali e al tempo stesso interessata da una discreta attività vulcanica. L’elevato grado del Rischio connesso alle attività umane è emerso sia dal’analisi del paesaggio, dove sono evidenti i segni del degrado dovuti alla pressione antropica e all’urbanizzazione, sia dall’analisi delle stime operate da diversi studiosi. In particolare, dopo aver valutato il livello del Rischio vulcanico attraverso l’applicazione di modelli condivisi dalla comunità scientifica e dopo avere individuato le risorse naturali e culturali presenti nel territorio, abbiamo utilizzato lo strumento cartografico per confrontare i dati relativi ai fenomeni osservati, comprenderne le relazioni ed individuare le aree dove intervenire con una pianificazione integrata. Ne sono derivate alcune interessanti conclusioni sul livello non solo del Rischio, ma anche della Vulnerabilità, ossia del Valore delle risorse territoriali compromesso dalle attività umane e da un’eventuale ripresa dell’attività vulcanica.The Phlegraean Fields, located to the west of Naples, occupy an area with a high population density, rich in cultural resources and at the same time affected by a discrete volcanic activity. To understand the level of risk of both the environmental and volcanic affects which are exposed in the area, we started from an analysis of the landscape formations from which signs of degradation have emerged, then analysed the risks to the environment due to human activities and urbanization pressures. We identified the natural and cultural resources present in the Phlegraean Fields area, then analysed the level of the volcanic risk using the model applications shared by the scientific community. Then using a tool map, we compared the data related to the observed phenomena to understand their relationships. We came to some interesting conclusions on the levels, not only by the environmental and volcanic risks, but also vulnerability risks. The vulnerability risks being the value of the resources affected by human activities and the possible resumption of volcanic activity in the area

    Ports and logistics: resilience, sustainability and new centrality in the post-pandemic perspective for Italy and EU Med ports

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    This article is part of the Economic Geography studies and deals with aspects related to intermodal logistics with particular reference to maritime transport of containers. Ports are historically one of the key infrastructures for the Italian economy. In recent decades, along with many industrial sectors that were once driving forces for the national economy, due to the lack of adequate strategic planning, it has failed to keep pace with the rapid changes imposed on all sectors involved in the process of globalization of the economic world, losing ground and competitiveness with respect to many competing realities, both in Northern Europe and in the Mediterranean basin itself [1]. Most of the other states of Mediterranean Europe are in similar conditions, but Italy is probably the one that has lost the most ground. In this situation of strong economic and social imbalance, the covid-19 epidemic has hit Italy before and dramatically and if it had not turned into a pandemic, hitting the rest of Europe and the planet and forcing the European institutions to launch, for the first time, concrete support measures for all, would probably have represented a fatal shock for the Italian economy. By elaborating the information on statistical data and projections available in numerous international publications on the transport economy and more specifically on logistics, taking into account the reasons for the successes and failures of similar realities to the Italian one, the study offers food for thought on what to do immediately and in the future, taking advantage of the unique and unrepeatable opportunity constituted by the economic initiatives for the post-pandemic recovery, to remedy the lost ground by returning an adequate role to our world of maritime and port transport which can also be a driving force for the territory behind , avoiding ending up on the edge of the evolved worl
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