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Il contributo del movimento GLBT italiano alla costruzione di una società più laica, libertaria e non violenta
Con questo lavoro, ho cercato di raccontare in che modo il movimento gay, lesbico, bisessuale e transessuale italiano ha contribuito a rendere la nostra società più laica, libertaria e nonviolenta.
Per farlo, ho analizzato i tre aspetti principali che ne hanno caratterizzato l'agire:
- la difesa della laicità dello Stato
- La tutela e l'ampliamento delle libertà individuali
- E, soprattutto, il carattere nonviolento delle lotte.
La tesi si compone di sette capitoli.
In quello iniziale, mi sono occupato delle origini del movimento glbt.
Le prime notizie riguardanti l'attivismo politico della comunità glbt, arrivano da Firenze.
Nel 1512, un gruppo di trenta giovani aristocratici, riuniti sotto il nome di Compagnacci, fece irruzione nel palazzo del governo, costringendo un alto funzionario alle dimissioni e chiedendo che il consiglio comunale abrogasse le condanne di quei sodomiti che erano stati costretti all'esilio o a cui era stato fatto perdere il posto di lavoro a causa della loro omosessualità.
Nel 1432, infatti, era stato creato un corpo di guardie speciali (gli ufficiali di notte), incaricate di occuparsi delle accuse, delle prove e dei processi riguardanti i casi di sodomia. Le denunce contro gli omosessuali venivano presentate anonimamente, infilate in apposite cassette sparse per la città. Una delle vittime più illustri di questo sistema fu Leonardo Da vinci, il quale intratteneva una relazione con il giovane Jacopo Santarelli.
Anche a Lucca, nel 1448, fu istituita una magistratura simile.
Facendo un salto avanti nel tempo, arriviamo all'avvento del fascismo e notiamo che, rispetto al nazismo, viene adottata una strategia diversa contro i gay. Mentre in Germania, sulla base del paragrafo 175 del codice penale (che prevedeva il carcere per gli atti sessuali tra maschi), il nazismo fece arrestare e deportare nei campi di concentramento circa trentamila omosessuali, in Italia fu deciso in un primo tempo (nel 1936, sulla base delle leggi razziali) di prevedere la misura del confino per i gay, in quanto “nemici della razza”. Tre anni dopo, però, ci fu un ripensamento, dovuto alla considerazione che perseguitare un gruppo sociale in quanto gruppo, richiedeva che lo si riconoscesse come tale. Quindi l'omosessualità venne depenalizzata non per indulgenza, ma per dimostrare che gli omosessuali non esistevano: gli italiani erano troppo virili per esserlo. Il controllo e la repressione di questo “problema” fu lasciato alla Chiesa cattolica: un sistema più efficace e meno costoso.
Nel secondo capitolo ho illustrato come e quando il movimento glbt si è manifestato come gruppo politico. A livello internazionale, la realtà glbt appare per la prima volta in America, in un locale gay di New York (il bar Stonewall, nel Greenwich village), nella notte del 28 giugno 1969. E' lì che prende avvio “la rivolta di Stonewall”, ricordata ogni anno in tutto il mondo con i cortei del Pride. Cosa accade? Per la prima volta, gay, lesbiche e trans decidono di ribellarsi ai soprusi della polizia, che frequentemente faceva irruzione nel locale picchiando e schedando i presenti. La rivolta fu generata dal gesto di una diciassettenne transessuale, Silvia Rivera: il lancio di una scarpa col tacco contro uno dei poliziotti. L'uso di quell'”arma” impropria, è l'emblema del carattere atipico e nonviolento che, fin dalle origini, ha caratterizzato l'agire del movimento glbt.
In Italia, sulla scia della rivolta di Stonewall, si verificò la prima uscita pubblica del movimento glbt. Era l'aprile del 1972, e a San Remo il Centro Italiano di sessuologia, un organismo di ispirazione cattolica, aveva organizzato un congresso internazionale sulle devianze sessuali, inserendo nel programma una tavola rotonda e molti interventi specificamente dedicati a cause e terapie dell'omosessualità. Il timore di gay e lesbiche era che l'iniziativa servisse a promuovere un disegno di legge contro l'omosessualità, così com'era già accaduto in Spagna, dove la dittatura franchista, nel 1970, aveva prescritto l'obbligo di cura per questo tipo di “malati” attraverso l'internamento in apposite strutture. Così, la mattina del 5 aprile 1972, organizzarono una clamorosa e inedita contestazione, chiedendo aiuto anche a gruppi glbt di altri paesi. Una protesta decisa, ma allo stesso tempo ironica e gioiosa, per dimostrare che anche nel nostro paese si doveva e poteva lottare a viso aperto contro l'omofobia.
Il capitolo 3, è dedicato al rapporto tra movimento glbt e nonviolenza.
Secondo lo storico e attivista gay Giovanni dall'Orto, il movimento glbt ha scelto di adottare il metodo di lotta nonviolento “per convinzione, non per debolezza”. Ho cercato di dimostrare la veridicità di questa affermazione, raccontando alcuni episodi concreti, ed analizzando il rapporto tra il movimento glbt e il movimento delle donne. Con le femministe, il mondo omosessuale ha condiviso la sperimentazione di pratiche e linguaggi nuovi, alternativi rispetto ai metodi di lotta politica tipici degli anni '70 (ma purtroppo in voga ancora oggi) caratterizzati dal ricorso all'uso della forza, allo scontro fisico e ad un lessico preso in prestito dal mondo militare. L'intento comune era di cambiare una società sessuofobica, fondata sul dominio del maschio, sul familismo e sulla morale cattolica. Nel corso degli anni, il movimento glbt ha avuto più di un'occasione per dimostrare che il proprio agire politico è basato interamente sul pensiero e sul metodo nonviolento. Ad esempio, A Padova, nel 2002, alla vigilia del Pride, gli organizzatori si trovarono stretti da specie di tenaglia: da un lato l'organizzazione di estrema destra “Forza Nuova”, annunciava una contromanifestazione; dall'altro, i Disobbedienti del nord est, ribattevano che avrebbero impedito quel corteo. Gli esponenti del Pride, si liberarono da quella morsa esprimendo pubblicamente il rifiuto della comunità glbt di indossare l'elmetto e guerreggiare:“Ogni tentativo di arruolarci nella logica maschilista della violenza è sempre fallita. La violenza è l'arma dei nostri avversari, del maschio fallocratico, dell'esercito. Noi siamo l'alternativa a questo modo di essere e di pensare. Noi siamo l'altro mondo che è possibile. Un altro mondo in cui non sarà più la violenza a dettare legge, ma la nonviolenza, la ragione e le ragioni degli esseri umani”. Viene espressa in questo modo la convinzione che per perseguire fini giusti, sia necessario adottare mezzi giusti, ossia nonviolenti. Nella storia dell'umanità, invece, si è costantemente trascurato questo rapporto tra mezzi e fini, con la conseguenza che anche certe rivoluzioni, nate per affermare ideali di libertà e giustizia, si sono trasformate in nuovi dispotismi.
Nel capitolo 4 ho descritto come sono nate, in quale contesto storico, e come operano le principali associazioni glbt italiane: Arcigay, Arcilesbica e Movimento di Identità transessuale (Mit).
L'ultima parte del capitolo, è dedicata invece ai gruppi glbt di Movimento, aventi posizioni più radicali rispetto alla politica dei “piccoli passi” portata avanti da Arcigay. Queste associazioni, presero parte nel 2001 al contro vertice del G8 a Genova e, l'anno seguente, alle manifestazioni contro la guerra in Iraq e al Social Forum Europeo di Firenze, dando vita (insieme a numerose sigle glbt europee) al workshop“Gay, lesbiche, trans e neoliberismo”. Da quest'ultimo scaturirono critiche dure e articolate al modello liberista di sviluppo e di società, e la netta opposizione ad ogni guerra, dato che “non c'è differenza tra intervento in Iraq, in Jugoslavia, in Cecenia, quando si sia in grado di vederne le cause reali e gli effetti, che sono sempre morte e distruzione”. Nel documento conclusivo, è resa palese la convinzione che la costruzione di “un altro mondo possibile” passa per l'unione di quanti contestano il modello attuale di società: un'aggregazione tra diversi che oltre ad aumentare la forza della lotta favorisce, allo stesso tempo, un interscambio continuo.
Il capitolo 5 è dedicato alla soggettività transessuale.
Ho cercato di spiegare i concetti di transessualità e di identità di genere, e di illustrare il percorso (molto lungo e impervio, stabilito dalla legge 164/1982), che una persona transessuale deve affrontare per ottenere l'autorizzazione a modificare i propri dati anagrafici in relazione al sesso prescelto. In Italia, a differenza di altri paesi europei, la giurisprudenza maggioritaria non ammette la rettifica dei dati anagrafici (nome e sesso), in assenza dell'intervento di riattribuzione sessuale. Ciò significa che per anni, una persona che ha assunto di fatto i caratteri tipici di una donna, è costretta ad esibire documenti che la presentano come uomo.
Sono molti i casi di transfobia (in questo capitolo ho raccontato quelli originati e alimentati dai mass media), che spesso hanno un epilogo tragico: nel periodo 2008-2013, nel nostro paese le trans uccise sono state ventisei, un numero decisamente superiore a quello delle altre nazioni europee, e che fa dell'Italia il secondo paese per numero di vittime in Europa dopo la Turchia.
Nel capitolo 6 mi sono concentrato sul World Pride di Roma del 2000, un caso che dimostra la capacità del movimento glbt di sperimentare e di trascendere i conflitti con grande creatività
Nonostante fosse stata programmata e annunciata quattro anni prima, la manifestazione rischiò di essere vietata (o fortemente ridimensionata), a causa della concomitanza con il Giubileo della Chiesa cattolica. Il Presidente del Consiglio dell'epoca, Giuliano Amato, intervenendo sul tema nel corso di una seduta della Camera dei Deputati, disse: “purtroppo c'è la Costituzione, che impone vincoli e costituisce diritti”, ma vi è il proposito del Governo di “limitare la manifestazione ad un luogo definito, di isolarla dal resto della città”. Una precisazione che non soddisfò il cardinale Camillo Ruini, Presidente della conferenza episcopale italiana, che sottolineò: “La nostra richiesta continua ad essere che questa manifestazione non si faccia. Se non verrà accolta saremo dispiaciuti e adombrati”. Il contesto era tutt'altro che favorevole, ma il movimento glbt riuscì a entrare in empatia con l'opinione pubblica e a suscitare sostegni significativi. Amos Luzzato, ad esempio, all'epoca presidente dell'Unione delle comunità ebraiche, affermò:“a una frazione minoritaria del paese, da sempre oggetto di discriminazione oggi si contesterebbe il diritto di organizzare, come qualsiasi altro gruppo, una manifestazione nei tempi e nei luoghi prescelti, nel rispetto della Costituzione e delle leggi dello Stato. Esprimiamo la nostra comprensione e solidarietà per questo gruppo umano(...). Nei campi di sterminio (noi con il triangolo giallo, loro con il triangolo rosa), hanno sofferto insieme a noi e con noi quell'indicibile orrore. Sottolineiamo come il rispetto delle minoranze sia sempre stato e e sia oggi più che mai un segnale e una misura dello stato di salute e della democrazia di una società civile”. L'8 luglio del 2000, il corteo che si snodò per le vie di Roma, divenne (e lo è ancora oggi, a distanza di 14 anni) il Pride più partecipato che si sia mai svolto in Italia. Come ebbe modo di scrivere Natalia Aspesi su “La Repubblica” “Duecentomila, un milione, non ha importanza. Perché la folla era comunque immensa, e l'aria era quella di una grande festa di fratellanza, di un oceanico e colorato gioco di solidarietà, di un gigantesco raduno familiare
Sviluppo di un approccio Customer Experience Based nella progettazione di Architetture IT: il caso Telecom Italia
LA RICERCA DEL VALORE CREATO O DISTRUTTO: DAI TRADIZIONALI INDICATORI DI PERFORMANCE ALL' EVA
Il primo capitolo del lavoro in oggetto espone i limiti dei tradizionali indicatori di performance calcolati sul Bilancio. Nel secondo e nel terzo capitolo si propongono due vie per ovviare a tali limiti quali: l'EVA, indicatore che esprime il valore creato o distrutto dalla gestione aziendale e i modelli multidimensionali ovvero la Balanced Scorecard e il modello di Lynch e Cross. Nel quarto capitolo si riportano i risultati di una ricerca empirica sul grado di adozione, da parte delle aziende italiane, dell'EVA e della Balanced Scorecard. Nell'ultima parte del lavoro viene presentata un'analisi svolta su tre aziende utilities italiane ed inerente la concreta applicazione dell'indicatore EVA
Esperienze cooperative apuane nel secondo dopoguerra
La tesi affronta l'argomento della nascita, lo sviluppo e le motivazioni che portarono al fallimento delle cooperative sorte subito dopo la seconda guerra mondiale nella zona apuana, con particolare riferimento a quelle del settore marmifero
Modeling health potential and quality of fresh-cut strawberries after washing-disinfection with peracetic acid
En este trabajo se propone cuantificar y modelar los cambios en el potencial saludable, atributos fisicoquímicos y reducción de microorganismos aerobios mesófilos de dos variedades de frutillas frescas cortadas (Camarosa y Selva) cuando se someten al lavado-desinfección con soluciones de ácido peracético (APA), variando la concentración (0 ? 100 mgL-‐1), el tiempo de contacto (10 ? 120 s) y la temperatura de la solución de lavado (4 ? 40°C). Para el diseño y análisis de los resultados se aplicó la Metodología de Superficie de Respuesta, siendo las respuestas: porcentajes de retención de acido ascórbico (RAA) y vitamina C (RVit C), antocianinas totales (RAnt T), fenoles totales (RFT), capacidad antioxidante (RCA), y sólidos solubles(RSS), cambios de pH (CpH), acidez total (CAT), y de los parámetros de color:L*, a*, b*, Cab* y hab; y reducción de microorganismos aerobios mesófilos (RedFAM). Los modelos de retenciones de AA, Ant T, CA y FT se vieron afectados por las variables del proceso, principalmente por la concentración de APA y el tiempo, no observándose diferencias entre ambas variedades. La retención de VitC y los cambios de color no sufrieron modificaciones debido a las variables de procesamiento para el cultivar Camarosa. Sin embargo, para la variedad Selva, los modelos predictivos de estos parámetros si se vieron afectados por las variables de la operación. La retención de SS, y los cambios de pH y AT no fueron afectados por el lavado, y por lo tanto no pudieron modelarse. Por otra parte, la Red FAM fue afectada por las variables del proceso obteniéndose modelos predictivos para cada cultivar. Este trabajo demuestra el comportamiento diferente de ambas variedades de frutillas ante un mismo proceso de lavado-desinfección y provee herramientas predictivas sencillas para cuantificar dicho efectoThe aim of this work was to quantify and model changes in bioactive compounds and antioxidant capacity content, physicochemical attributes and aerobic mesophilic microorganisms, of two freshFcut strawberries varieties (Camarosa and Selva) with peracetic acid washingFdisinfection (APA) at different concentrations (0 F 100 mg LF1 ), contact times (10 F 120 s) and temperatures (4 F 40°C). Response surface methodology was employed for the design and analysis of results. The studied responses were: ascorbic acid (RAA), vitamin C (RVit C), total anthocyanins (RAnt T), total phenols (RFT), antioxidant capacity (RCA), soluble solids (RSS) retention percentages, and changes on pH (CpH), total acidity (CAT), and color parameters: L*, a*, b*, Cab* and hab. Reduction of aerobic mesophilic microorganisms (FAM) was also evaluated. The retention of AA, Ant T, AC and TP were affected by the process washingFdisinfection variables, mainly by the concentration of PAA and time, and there were no differences between both varieties. Vit C retention and color changes were not affected by processing variables for Camarosa cultivar. However, latter parameters were affected by the process variables in Selva strawberries. Retention of SS, and changes in pH and TA were not affected by the washing process, and therefore could not be modeled. FAM reduction was affected by the washingFdisinfection in both cultivars differentially, and predictive models for each of them were obtained. This work demonstrates the different behavior of two strawberry varieties after the same washingFdisinfection process and provides simple predictive tools to quantify this effectFil: Van de Velde, Franco. Universidad Nacional del Litoral. Facultad de Ingeniería Química. Instituto de Tecnología de los Alimentos; Argentina. Consejo Nacional de Investigaciones Científicas y Técnicas. Centro Científico Tecnológico Conicet - Santa Fe; ArgentinaFil: Piagentini, Andrea. Universidad Nacional del Litoral. Facultad de Ingeniería Química. Instituto de Tecnología de los Alimentos; Argentina. Consejo Nacional de Investigaciones Científicas y Técnicas; ArgentinaFil: Guemes, Daniel. Universidad Nacional del Litoral. Facultad de Ingeniería Química. Instituto de Tecnología de los Alimentos; ArgentinaFil: Salsi, Maria Sara. Universidad Nacional del Litoral. Facultad de Ingeniería Química. Instituto de Tecnología de los Alimentos; Argentina. Consejo Nacional de Investigaciones Científicas y Técnicas; ArgentinaFil: Tiburzi, Maria del Carmen. Universidad Nacional del Litoral. Facultad de Ingeniería Química. Instituto de Tecnología de los Alimentos; Argentina. Consejo Nacional de Investigaciones Científicas y Técnicas; ArgentinaFil: Moguilevsky, María. Universidad Nacional del Litoral. Facultad de Ingeniería Química. Instituto de Tecnología de los Alimentos; ArgentinaFil: Pirovani, Maria Elida. Universidad Nacional del Litoral. Facultad de Ingeniería Química. Instituto de Tecnología de los Alimentos; Argentina. Consejo Nacional de Investigaciones Científicas y Técnicas; Argentin
MERCOSUR, UNASUR AND BRAZILIAN DIPLOMATIC MEASURES FOR THE PREVENTION AND FIGHTING OF ILLICIT TRAFFICKING OF CULTURAL PROPERTY: PURPOSES, STRATEGIES AND ACTIVITIES OF THE RECENTLY CREATED MULTILATERAL AND NATIONAL SPECIALIZED COMMITTEES
ABSTRACTThe illicit trafficking of cultural property is a reality in most South American countries. For years, although cultural diplomacy has evolved in the national and multilateral spheres, no significant concrete measures have been taken to fight the illicit trafficking, which has kept developing even after the 1970 UNESCO Convention. In that context, two recent initiatives seem to promote new perspectives. The Mercosur-Unasur Technical Committee for the Prevention and Fighting of Illicit Trafficking of Cultural Property establishes a multilateral dialogue in the field, fostering respect and promotion of the cultural diversity in the region. The Brazilian National Committee for the Fighting of Illicit Trafficking of Cultural Property, which still has not been institutionalized, intends to be a discussion venue in the field, establishing a multi-stakeholder approach in the national level. The main challenges that will be faced by both committees concern the implementation of concrete measures within South American source countries, as well as possibly exercising pressure to induce market-end states to adopt the necessary reforms to fight the illicit trafficking of cultural property.KEYWORDS: Cultural diplomacy; Mercosur; Unasur; illicit trafficking of cultural property.RESUMOO tráfico ilícito de bens culturais é uma realidade na maioria dos países sul-americanos. Durante anos, embora a diplomacia cultural tenha progredido nas esferas nacional e multilateral, não foram tomadas medidas concretas significativas para combater o tráfico ilícito, o qual continuou se desenvolvendo mesmo após a Convenção da UNESCO de 1970. Nesse contexto, duas iniciativas recentes parecem promover novas perspectivas. O Comitê Técnico para a Prevenção e o Combate ao Tráfico Ilícito de Bens Culturais do Mercosul-Unasul estabelece um diálogo multilateral sobre o tema, impulsionando o respeito e a promoção da diversidade cultural na região. O Comitê Nacional de Combate ao Tráfico Ilícito de Bens Culturais, que ainda não foi institucionalizado, pretende ser um foro de discussão sobre o tema, estabelecendo uma abordagem a partir da participação de diversos atores em nível brasileiro. Os principais desafios que ambos os comitês terão de enfrentar consistem na implementação de medidas concretas nos países de origem sul-americanos, bem como possivelmente o exercício de pressão para induzir países destinatários do mercado final de bens culturais a adotar as reformas necessárias para combater o tráfico ilícito de bens culturais.PALAVRAS-CHAVE: Diplomacia cultural; Mercosul; Unasul; tráfico ilícito de bens culturais
Sequential ultrasound-assisted extraction of pectin and phenolic compounds for the valorisation of ‘Granny Smith’ apple peel
This study aims to evaluate the impact of the sequential extraction system for phenolic compounds and pectin from waste ‘Granny Smith’ apple peel using ultrasound. The effects of solvent, formic acid concentration (CFA), and the number of extraction steps on the content of individual and total phenolic compounds (TPC), total flavonoids, and antioxidant capacity, were determined. Then, pectin was obtained from apple peel before (BE) and after (AE) phenolic compounds extraction, using conventional (TR) or ultrasound-assisted procedures (US). The two-steps 80% Acetone (0% CFA) extraction system had the highest TPC (3.47 g GAE/Kg). Procyanidin B2 (0.03–0.77 g/kg) was the major phenolic compound extracted from ‘Granny Smith’ apple peel. AE pectin extraction yield (6.38% for US and 4.92% for TR) was higher than BE. Pectin obtained had 57–60% DE, 9.3–10.3% Methoxyl content, and 436–460 equivalent weight. Wasted apple peel is a great low-cost source of phenolic compounds and pectin. Furthermore, it is possible to achieve the highest yields of both compounds through appropriate extraction sequences (AE: phenolic compound extraction followed by pectin extraction) and alternative technologies like ultrasound-assisted extraction.Fil: Villamil Galindo, Johan Esteban. Universidad Nacional del Litoral. Facultad de Ingeniería Química; Argentina. Consejo Nacional de Investigaciones Científicas y Técnicas. Centro Científico Tecnológico Conicet - Santa Fe; ArgentinaFil: Piagentini, Andrea. Universidad Nacional del Litoral. Facultad de Ingeniería Química; Argentin
Uso de solventes verdes para la extracción de compuestos fenólicos a partir de residuos agroindustriales de frutilla (Fragaria x ananassa Duch) y manzana (Malus domestica)
El objetivo fue estudiar la extracción de compuestos fenólicos con alto valor bioactivo, a partir de subproductos del procesamiento de manzana (GS) y frutilla (RF), utilizando solventes amigables con el medio ambiente y la extracción Soxhlet. Se determinaron los efectos del tipo de solvente [agua (W); etanol 80% (EtOH)] y la relación de extracción (1:10, 1:20, 1:30 y 1:40 p/v) sobre el contenido de fenoles totales (TPC), capacidad antioxidante (DPPH) y perfil de compuestos fenólicos. El tipo de solvente y la relación de extracción afectaron significativamente el TPC y la DPPH. La extracción con EtOH a 1:40 produjo los rendimientos más altos, obteniendo un extracto de RF con 15,8 g GAE/Kg (TPC) y 19 mmol TE/Kg (DPPH). El isómero de tetra galoil glucosa y agrimoniin (0,8-0,4 g/Kg) fueron los principales compuestos fenólicos de RF, entre los ocho identificados. El extracto de GS, obtenido con EtOH a 1:40, tuvo 11,9 g GAE/Kg (TPC) y 20,5 mmol TE/Kg (DPPH), con quercetin-3-o-glucuronido (0,43 g/Kg) como el principal compuesto fenólico entre los ocho identificados. Los resultados destacan el potencial de los solventes verdes para obtener compuestos fenólicos de alta capacidad antioxidante potencialmente bioactivos a partir de materias primas de bajo costo.We aimed to study the obtention of valuable phenolic compounds from tissueby-products of agro-industrial processing of apple (GS) and strawberry (RF) using green solvents and Soxhlet extraction methodology. The effects of solvent type [water (W); 80% ethanol, (EtOH)] and extraction ratio (1:10, 1:20, 1:30, and 1:40 p/v) were determined on total phenolic content (TPC), antioxidant capacity (DPPH), and the profile of phenolic compounds of the GS and RF extracts. The solvent type and the extraction ratio significantly affected TPC and DPPH of GS and RF extracts. Extraction with EtOH and 1:40 ratio produced the highest yields, obtaining an RF extract with 15.8 g GAE/Kg (TPC) and 19 mmol TE/Kg (DPPH). The tetra-galloyl glucose isomer and agrimoniin (0.8-0.4 g/Kg) were the main RF phenolic compounds of the eight identified. GS extract, obtained with EtOH and 1:40 ratio, had 11.9 g GAE/Kg (TPC) and 20.5 mmol TE/Kg (DPPH), having quercetin -3-o-glucuronide (0.43 g/Kg) the highest concentration among the eight phenolic compounds identified. The results highlight the potential of green solvents to obtain valuable compounds from low-cost raw materials, like the high-antioxidant capacity phenolic compound extracts obtained herein.Fil: Villamil Galindo, Johan Esteban. Universidad Nacional del Litoral. Facultad de Ingeniería Química. Instituto de Tecnología de los Alimentos; Argentina. Consejo Nacional de Investigaciones Científicas y Técnicas. Centro Científico Tecnológico Conicet - Santa Fe; ArgentinaFil: Piagentini, Andrea. Universidad Nacional del Litoral. Facultad de Ingeniería Química. Instituto de Tecnología de los Alimentos; Argentin
Kinetics of color development in fortified cookies
The objective of this work was to study kinetics of color development in protein-fortified cookies systems at three heat-treatment temperature (190, 220, 250 ºC) and three water content (23, 26, 29 %). Response surface methodology was used to analyze the effect of heat treatment and water added on reaction rate constant obtained for L*, a*, b*, Cab*, hab* and were compared with Arrhenius equation. Color parameters evolutions follow a first-order kinetic. The linear coefficients corresponding to the water added variable were no significant for all color parameter, meaning rate constants values were only heat treatment temperature dependent. The goodness of the model prediction was assessed by the mean absolute relative error (%). Results showed that both correlation method were adequate to predict kinetic coefficients in the technological conditions studied.Fil: Erben, Melina. Universidad Nacional del Litoral. Facultad de Ingeniería Química. Instituto de Tecnología de los Alimentos; Argentina. Consejo Nacional de Investigaciones Científicas y Técnicas; ArgentinaFil: Piagentini, Andrea. Universidad Nacional del Litoral. Facultad de Ingeniería Química. Instituto de Tecnología de los Alimentos; Argentina. Consejo Nacional de Investigaciones Científicas y Técnicas; ArgentinaFil: Osella, Carlos Alberto. Universidad Nacional del Litoral. Facultad de Ingeniería Química. Instituto de Tecnología de los Alimentos; Argentina. Consejo Nacional de Investigaciones Científicas y Técnicas; Argentin
High- but not low-intensity light leads to oxidative stress and quality loss of cold-stored baby leaf spinach
BACKGROUND: Quality management in the fresh produce industry is an important issue. Spinach is exposed to various adverse conditions (temperature, light, etc.) within the supply chain. The present experiments were conducted to investigate the effect of light conditions (dark, low-intensity light (LL) and high-intensity light (HL)) and photoperiod (6 h HL and 18 h dark) on the quality changes of cold-stored spinach.
RESULTS: HL exposure resulted in oxidative stress, causing tissue damage and quality loss as evidenced by increased membrane damage and water loss. The content of total ascorbic acid was reduced under HL conditions. On the other hand, storage of spinach under LL conditions gave promising results, as nutritional quality was not reduced, while texture maintenance was improved. No significant differences, with the exception of nutritional quality, were found between spinach leaves stored under continuous (24 h) low-intensity light (30–35 µmol m−2 s−1) and their counterparts stored under the same light integral over 6 h (130–140 µmol m−2 s−1).
CONCLUSION: LL extended the shelf-life of spinach. The amount of light received by the leaves was the key factor affecting produce quality. Light intensity, however, has to be low enough not to cause excess oxidative stress and lead to accelerated senescence
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