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Notice sur un nouveau t\ue9moin de la M\ue9lusine en prose de Jean d'Arras
Signalation d'un nouveau fragment du roman de Jean d'Arras dans le ms. Londres, British Library, Cotton Otho D II
Le ms. 125 de la Burgerbibliothek de Berne: de Charles d'Orléans à Jacques Bongars (en passant par Marie de Clèves)
Résumé : L’article propose un examen du manuscrit Berne, Burgerbibliothek, ms. 125, un recueil de récits de voyage qui contient les traductions de Jean le Long, le Devisement du monde de Marco Polo et le Livre des merveilles de Jean de Mandeville. Il s’agit d’un manuscrit du xve siècle qui rassemble trois fascicules différents et qui a probablement été composé par le duc Charles d’Orléans pour entrer successivement dans la bibliothèque de la famille des Pons de Périgord. Il a ensuite appartenu à Jacques Bongars, érudit du xviie siècle intéressé par l’histoire des croisades, qui a vraisemblablement utilisé ce manuscrit pour sa compilation. On essayera ici de comprendre les raisons de cette composition et de reconstruire l’histoire du recueil jusqu’à son entrée dans la bibliothèque de Berne.Mots-clés : Manuscrits ‒ Tradition textuelle ‒ Récit de voyage ‒ Jean le Long ‒ Hayton ‒ Marco Polo ‒ Jean de Mandeville ‒ Charles d’Orléans ‒ Bertrand Richart ‒ Marie de Clèves ‒ Jacques Bongars ABSTRACT : This paper intends to examine the manuscript Berne, Burgerbibliothek, ms. 125, a collection of travel accounts which contains Jean le Long’s translations, Marco Polo’s Devisement du monde and John of Mandeville’s Livre des merveilles. This xvth century manuscript is composed by three different booklets and it has probably been composed by the duke Charles of Orléans. In the same century, it entered in the Pons de Périgord family’s library. In the xviith century it belonged to Jacques Bongars, an erudite who probably used this manuscript in order to write his history of the crusades. We aim to understand the reasons of this composition and to trace the history of this manuscript before his entrance in the library of Berne.KEYWORDS : Manuscript studies ‒ Textual tradition ‒ Travel accounts ‒ Jean le Long ‒ Hayton ‒ Marco Polo ‒ John of Mandeville ‒ Charles d’Orléans ‒ Bertrand Richart ‒ Marie de Clèves ‒ Jacques Bongar
Jean Miélot, Vie de sainte Katherine, édition de Maria Colombo Timelli, Paris, Classiques Garnier, 2015
Rec. a Jean Miélot, Vie de sainte Katherine, édition de Maria Colombo Timelli, Paris, Classiques Garnier, 2015
Il «Lucidario» bergamasco (Biblioteca Civica Angelo Mai, ms. MA 188). Edizione critica a cura di Marco Robecchi
Composto al volgere del secolo XI, l’Elucidarium di Onorio Augustodunense godette di un’enorme fortuna nel corso di tutto il Medioevo. I manoscritti dell’originale latino sono centinaia, e altrettanto eccezionale è il numero di versioni nelle varie lingue europee. In ambito italiano si contano una traduzione dal francese, conservata da una trentina di codici, e tre volgarizzamenti dal latino, uno milanese, uno bolognese e uno bergamasco. Di quest’ultimo, tramandato da un unico manoscritto della metà del XV secolo, si offre qui per la prima volta l’edizione critica. Lo studio che la correda ne ricostruisce la genesi entro l’ambiente delle confraternite laiche che nella Bergamo quattrocentesca collaborarono strettamente con gli ordini mendicanti. All’interesse che ne consegue sul piano storico documentario si assomma quello linguistico, trattandosi di un testimone importante del volgare impiegato nella cittadina orobica, aperto agli usi delle scriptae sovramunicipali padane ma ancora poco permeabile all’influsso del toscano in via di affermazione.
Le Mantel mautaillé, edizione critica e commento a cura di Alberto Conte, Modena, Mucchi, 2013
Notice sur un nouveau témoin de la «Mélusine» en prose de Jean d’Arras
RÉSUMÉ: Cette brève note préparatoire signale la trouvaille d’un nouveau long fragment de la Mélusine en prose de Jean d’Arras (1393). Il a été individué dans le manuscrit Cotton Otho D II de la British Library de Londres, contenant en outre six oeuvres qui concernent l’Orient, traduites par Jean le Long (1351). Cette découverte est importante d’un point de vue textuel (il s’agit probablement d’un des plus anciens témoins connus) et d’un point de vue de la diffusion de ce roman. Une étude plus détaillée suivra cette note.MOTS-CLÉS: Mélusine – Jean d’Arras – Cotton MS Otho D II – Fragment – Roman – Moyen français – Jacquette de LuxembourgABSTRACT: This short preliminary article introduces to the discovery of a new long fragment of Jean d’Arras’ Mélusine (1393). It is conserved by the Cotton MS Otho D II, which contains six travel accounts translated by Jean le Long (1351). Preceding a more exhaustive study, this note means to point out the interest of the fragment both for his textual tradition and the history of the circulation of the text.KEYWORDS: Mélusine – Jean d’Arras – Cotton MS Otho D II – Fragment – Roman – Middle French – Jacquette of Luxembourg
"Le mantel mautaill\ue9", edizione critica e commento a cura di Alberto Conte, Modena, Mucchi, 2013; 127 pp., ISBN 978-88-7000-617-9.
Recensione positiva dell'edizione del racconto breve antico-francese "Le mantel mautaill\ue9" di materia arturian
Jean le Long et la traduction du Liber peregrinationis de Riccold de Monte di Croce
L\u2019obiettivo della tesi \ue8 lo studio e l\u2019edizione critica della traduzione francese del "Liber peregrinationis" di Riccoldo da Monte di Croce, scritto attorno al 1300 e tradotto nel 1351 dal benedettino Jean le Long d\u2019Ypres (= JLL). Nel testo il domenicano fiorentino Riccoldo racconta il suo viaggio tra Terra Santa, Turchia e Persia, compreso un decennio di soggiorno a Bagdad. JLL lo inserisce in un 'corpus' di sei traduzioni di opere di viaggio e di descrizione dell\u2019Oriente. La prima parte della tesi \ue8 consacrata allo studio della tradizione del testo latino, tramandato da 7 mss., con il fine di individuare la versione pi\uf9 vicina alla fonte utilizzata dal traduttore. Si tratta di uno stato testuale prodottosi tra Fiandre e Germania renana nella prima met\ue0 del XIV sec. Lo studio della diffusione manoscritta e della tradizione testuale ha fornito nuovi, importanti risultati per lo studio del testo odeporico di Riccoldo e della sua diffusione. JLL, abate benedettino di formazione parigina in diritto canonico, ha tradotto il "Liber" di Riccoldo congiuntamente al "Flos historiarum" di Hayton, alla "Relatio" di Odorico da Pordenone, al "Liber" di Wilhelm von Boldensele, a due lettere scambiate tra il kahn Togon Tem\ufcr e papa Benedetto XII, e il trattato "De statu, conditione ac regimine magnis Canis". Questi 6 testi son tramandati da 6 mss. in maniera unitaria, il che sottintende un preciso progetto di compilazione dietro le scelte del traduttore. Ho prima di tutto analizzato la tradizione manoscritta del testo, interrogandomi sulle figure di lettori e destinatari, nonch\ue9 sulle trasformazioni della raccolta progettata dal Benedettino, individuando due linee di diffusione storico-geografiche : una limitata all\u2019area piccarda e ad un pubblico borghese (mss. A e B), l\u2019altra limitata all\u2019area parigina e circolante tra l\u2019alta aristocrazia francese (mss. CDEF). L\u2019analisi si \ue8 dunque occupata dei rapporti tra i 6 mss. : ci\uf2 ha permesso di discernere due famiglie testuali coincidenti con le aree di diffusione storico-geografiche proposte. Lo studio dei rapporti tra il testo francese e la fonte latina ha permesso di identificare con una certa sicurezza la versione che il traduttore aveva sotto gli occhi. Il testo latino della fonte \ue8 stato quindi pubblicato a fronte del testo francese, permettendo cos\uec una comparazione puntuale di 'texte source' e 'texte cible'. Il testo del ms. A (Besan\ue7on, BM 667) copiato nel 1368 nei dintorni di Saint-Omer (dove JLL era abate) \ue8 stato scelto come testimone di base per l\u2019edizione, per la sua elevata qualit\ue0. In seguito, l\u2019analisi traduttologica, linguistica e lessicografica hanno permesso di riconoscere la qualit\ue0 della traduzione. JLL \ue8 un traduttore fedele, che omette poco della sua fonte e aggiunge piccoli passaggi chiarificatori. Soprattutto, ha un\u2019ottima conoscenza dell\u2019Oriente. La lingua impiegata \ue8 un 'moyen fran\ue7ais' intriso di piccardismi ma ormai essenzialmente neutralizzato in direzione standardizzante (come ci si aspetterebbe a met\ue0 del XIV sec.). L\u2019analisi lessicografica ha permesso di individuare une cinquantina di regionalismi e una quindicina di termini rari impiegati dall\u2019autore. L\u2019edizione del testo, condotta su A senza mai prescindere dall\u2019apporto degli altri 5 mss., \ue8 corredata di un ricco apparato di varianti, di un\u2019esaustiva sezione di discussione delle scelte editoriali e di un glossario che registra circa 250 voci
Marco Robecchi, Jean le Long et la traduction du Liber peregrinationis de Riccold de Monte di Croce
1. Riccold, son Liber peregrinationis et sa fortune En 1300, le dominicain florentin Riccold de Monte di Croce revient en Italie après un long voyage en Orient, qu'il décrit dans son Liber peregrinationis. À la suite de son pèlerinage en Terre Sainte, il a visité la Turquie et a parcouru le Tigre jusqu’à Bagdad, où il a vécu pendant dix ans à la cour de l’Ilkhan de Perse. Là, il a combattu les hérétiques chrétiens – Jacobites et surtout Nestoriens – et il a appris l’arabe, ce qui lui aurait d..
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