1,406 research outputs found

    Single-mode regime in large-mode-area rare-earth-doped rod-type PCFs

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    In this paper, large-mode-area, double-cladding, rare-earth-doped photonic crystal fibers are investigated in order to understand how the refractive index distribution and the mode competition given by the amplification can assure singlemode propagation. Fibers with different core diameters, i.e., 35,60, and 100 μm, are considered. The analysis of the mode effective index, overlap, effective area, gain, and power evolution along the doped fiber provides clear guidelines on the fiber physical characteristics to be matched in the fabrication process to obtain a truly or effectively single-mode output beam

    Studio morfometrico e statistico degli eventi di frananel settore marino orientale del Golfo di Taranto.

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    La campagna oceanografica “Teatioca” è il frutto della collaborazione fra l’Istituto per l’Ambiente Marino Costiero (IAMC) di Napoli, l’Università Federico II di Napoli, l’Università di Palermo e Trieste e l’INGV di Roma. Durante tale campagna, effettuata a bordo della N/O Urania del CNR nel 2011, sono stati acquisiti dati batimetrici multibeam ad alta risoluzione ed una fitta maglia di dati sismici ad alta (Sparker) ed altissima (Chirp) risoluzione nell’area ionica del Golfo di Taranto. L’analisi integrata del Modello Digitale del Terreno (10m, 5m e 2m) generato dai dati multibeam con i nuovi dati sismo-stratigrafici ha consentito di analizzare in dettaglio l’instabilità dei versanti. Una serie di computazioni standard sul DTM (aspect, pendenza, gradienti e curvatura del profilo) hanno fornito una prima valutazione della diversa esposizione dei versanti della dorsale di Capo Spulico e della dorsale di Amendolara, i due alti strutturali presenti nell’area di studio. Tale area è stata successivamente suddivisa in 9 diversi settori, ognuno dei quali rappresenta un areale morfologico (versante o bacino), allo scopo di caratterizzare il potenziale di franosità di ogni singola area e di evidenziare eventuali correlazioni fra le diverse aree. Oltre 400 evidenze di eventi di frana nell’area in esame sono stati cartografate, classificate e interpretate, fino ad ottenere carte tematiche utili all’interpretazione della franosità dei versanti su larga scala (carte della pendenza media per ogni evento, della pendenza massima e minima, gradiente medio, etc.). Sulla base dei dati acquisiti e delle computazioni effettuate sul DTM si è evidenziato che la pendenza non è il parametro principale in termini di meccanismo di innesco degli eventi di frana. Questa considerazione risulta anche dall’esame morfologico dei versanti meridionali della dorsale di Capo Spulico e del Banco di Cariati [Santoro et al., 2012], che sono caratterizzati dai maggiori valori di pendenza nel DTM e dalla scarsità di processi gravitazionali. I maggiori eventi di frana sono quasi totalmente localizzati sulle pendici nord-est delle dorsali ridge. Tale distribuzione è principalmente legata alla giacitura dei sedimenti (a franapoggio verso SO). Un’eccezione è rappresentata dal settore meridionale del Banco di Amendolara, dove sporadici eventi di scorrimento rotazionale sono probabilmente legati all’attività tettonica della faglia di Amendolara. L’utilizzo di un approccio statistico multivariato implementato in “R” conferma, infine, la concentrazione degli eventi sui versanti controllati da evoluzione morfologica rispetto ai versanti controllati dalla tettonica. Bibilografia Santoro, E., Ferranti, L., Passaro, S., Burrato, P., Morelli, D., (2012). Morphometric analysis in the offshore of the southern Taranto Gulf: unveiling the structures controlling the Late Pleistocene-Holocene bathymetric evolution. Rend. On. .Soc. Geol. It., 21 (2), 1132-1135

    Geometria e modellazione di un sistema di retro-scorrimenti attivosulla base di dati di geofisica marina ad alta risoluzione:la Dorsale di Amendolara (Golfo di Taranto).

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    Nuovi dati sismici ad alta (Sparker) ed altissima (Subbottm Chirp) risoluzione, acquisiti durante la Campagna Oceanografica “Teatioca_2010”, integrati da dati sismici multicanale ad alta penetrazione, pubblici disponibili sul sito www.videpi.com, calibrati con pozzi profondi, batimetrici multifascio e carotaggi, rivelano che la dorsale di Amendolara, estensione sottomarina della zona frontale del sistema a thrust dell’Appennino meridionale, è stata controllata nel Quaternario da un sistema di retro-scorrimenti e faglie transpressive (ATFS) che dislocano verso SW la catena mio-pliocenica NE-vergente. Il pacco di sequenze deposizionali attribuito, sulla base della facies sismica e della presenza di discordanze controllate dalle oscillazioni glacio-eustatiche, al Pleistocene medio-superiore risulta piegato in maniera consistente con le strutture desumibili dai profili multicanale. I dati morfometrici e sismici documentano che la dorsale, orientata NW-SE, è formata da 3 banchi lunghi ~10-20 km, cresciuti sopra rampe di sovrascorrimenti ciechi (~2 km) disposti en-echelon a formare un sistema segmentato. Sono stati individuati e modellati i segmenti di Amendolara a NW e Cariati a SE, collegati da una più piccola rampa laterale (segmento di Rossano). La modellazione numerica calibrata sui dati batimetrici e sismici indica che le rampe hanno inclinazione di ~45° e sono radicate a ~10 km di profondità a possibili scollamenti o strutture maggiori. I tassi di scorrimento negli ultimi 4-500 ka, calcolati per i segmenti sulla base degli strati di crescita nei bacini sin tettonici variano da 0.5-0-9 mm/a per il segmento di Amendolara a 0.35-0.5 mm/a per quello di Cariati. L’ATFS coincide con una fascia di moderata sismicità (Mw<4.7) con meccanismi focali inversi o transpressivi. L’orientazione degli assi di strain incrementale (sismico) e finito (geologico, come documentano i dati a terra) suggerisce per i segmenti dell’ATFS un movimento da inverso a obliquo sinistro. In base alla dimensione dei segmenti di faglia, nell’ipotesi di deformazione puramente elastica, si stima una magnitudo potenziale massima per l’ATFS di M~6.1-6.4, ma è verosimile che buona parte della deformazione sia asismica o microsismica. L’epicentro macrosismico del terremoto del 1988 (Mw=4.9) ricade su un tratto del segmento di Cariati che mostra rotture a fondo mare e possibile risalita di fluidi localizzata lungo strutture attive. La crescita dell’ATFS è stata verosimilmente controllata da un interfaccia meccanica tra la spessa crosta apula e la crosta ionica assottigliata o in parte oceanica, quando in tempi recenti la convergenza Adria-Europa ha prevalso sull’arretramento della cerniera della subduzione ionica

    Caratteristiche sismostratigrafiche di strutture sedimentarie diagnostiche dicorrenti di fondo nell\u2019off-shore del Golfo di Taranto.

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    L\u2019analisi integrata di dati multibeam e sismici ad altissima risoluzione (Chirp Sub-Bottom), acquisiti in un settore del Golfo di Taranto (Mare Ionio), ha permesso di identificare e classificare strutture sedimentarie diagnostiche di correnti di fondo (conturiti), formatesi nel tardo Quaternario. La classificazione proposta \ue8 basata sia su criteri sismo-stratigrafici che sulla comparazione con strutture analoge documentate da precedenti autori nei bacini oceanici [Faugeres et al., 1999 con rif.]. Nell\u2019area in esame sono stati identificati quattro settori (Alto dell\u2019Amendolara, Bacino di Corigliano, Bacino dell\u2019Amendolara ed Alto di Rossano-Cariati) caratterizzati da morfologia, pendenza e profondit\ue0 differente. Le strutture conturitiche sono state riconosciute prevalentemente nei settori NW e SE dell\u2019alto dell\u2019Amendolara, ad una profondit\ue0 compresa tra 130 m e 400 m e le geometrie interne ed esterne mostrano caratteristiche deposizionali ed erosive. Sono state classificate come sheeted drift le strutture sviluppate subparallelamente al profilo batimetrico, infill drift ed elongated drift le strutture caratterizzate da fosse ben sviluppate ed elementi erosivi quali fosse ed abraded surface. Sono stati osservati inoltre osservati sediment waves nel settore SW dell\u2019alto strutturale. Dall\u2019analisi integrata dei nuovi dati con quelli disponibili in letteratura \ue8 possibile ipotizzare che i fattori che hanno maggiormente influenzato tipologia, distribuzione areale e batimetrica dei depositi conturitici e degli elementi erosivi sono: a) morfologia del fondo marino; b) caratteristiche dei sedimenti (es. tessitura); c) variazione della velocit\ue0 della \u201cLevantine Intermediate Water come conseguenza delle d) variazioni eustatiche. Sono stati inoltre applicati in cascata i modelli bidimensionali CMS- Wave [Lin et al, 2006] per la propagazione dello spettro d\u2019onda, e CMS- Flow [Buttolph et al, 2006] per la circolazione interna, prendendo in considerazione i dati meteo marini forniti dall\u2019ECMWF nel punto di coordinate 39,5\ub0N, 17\ub0E, in modo da valutare le condizioni idrodinamiche in prossimit\ue0 del paraggio in esame. L\u2019integrazione dei dati indicati geologici/geofisici e dei risultati del codice di calcolo numerico ha permesso di ipotizzare un modello di circolazione della corrente \u201cLevantine Intermediate Water\u201d e valutare l\u2019influenza delle morfostrutture sulla circolazione delle acque profonde durante l\u2019ultima fase di abbassamento e stazionamento basso del livello del mare. Bibliografia Buttolph, A.,D., Reed, C.W., Kraus N., Wamsley, T.V., Ono, N., Larson, M.,Camenen, B., Hanson, H. Zundel, A.K., (2006). Two-Dimensional Depth-Averaged Circulation Model CMS-M2D: Version 3.0, Report 2, Sediment Transport and Morphology Change. ERDC/CHL TR-06-9 Vicksburg, MS: U.S. Army Engineer Research and Development Center. Lin, L., H. Mase, F. Yamada, and Z. Demirbilek. (2006). Wave-action balance equation diffraction (WABED) model: Tests of wave diffraction and reflection at inlets. Coastal and Hydraulics Engineering Technical Note ERDC/CHL CHETN-III-73. Vicksburg, MS: U.S. Army Engineer Research and Development Center. Faug\ue8res, J.C., Stow, D.A.V., Imbert, P., Viana, A.R. (1999). Seismic feature diagnostic of contourite drifts. Marine Geology 162, pp. 1-38

    In-Line-Test of Variability and Bit-Error-Rate of HfOx-Based Resistive Memory

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    Spatial and temporal variability of HfOx-based resistive random access memory (RRAM) are investigated for manufacturing and product designs. Manufacturing variability is characterized at different levels including lots, wafers, and chips. Bit-error-rate (BER) is proposed as a holistic parameter for the write cycle resistance statistics. Using the electrical in-line-test cycle data, a method is developed to derive BERs as functions of the design margin, to provide guidance for technology evaluation and product design. The proposed BER calculation can also be used in the off-line bench test and build-in-self-test (BIST) for adaptive error correction and for the other types of random access memories.Comment: 4 pages. Memory Workshop (IMW), 2015 IEEE Internationa

    Quantum dynamics in high codimension tilings: from quasiperiodicity to disorder

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    We analyze the spreading of wavepackets in two-dimensional quasiperiodic and random tilings as a function of their codimension, i.e. of their topological complexity. In the quasiperiodic case, we show that the diffusion exponent that characterizes the propagation decreases when the codimension increases and goes to 1/2 in the high codimension limit. By constrast, the exponent for the random tilings is independent of their codimension and also equals 1/2. This shows that, in high codimension, the quasiperiodicity is irrelevant and that the topological disorder leads in every case, to a diffusive regime, at least in the time scale investigated here.Comment: 4 pages, 5 EPS figure
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