776 research outputs found

    Collegamento all'Autostrada A12 in variante alla 439 Sarzanese - Valdera in localita Massarosa (LU)

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    La tesi svolta riguarda la realizzazione di un nuovo tracciato parallelo alla SR 439 sarzanese Valdera in variante alla autostrada A11-A12. Sono stati studiati i flussi di traffico dei mezzi pesanti sull'autostrada, grazie ai dati forniti dalla SALT , e sulla SR439: i dati relativi alla Strada Regionale 439 Sarzanese-Valdera sono stati in parte forniti dalla Provincia di Lucca e in parte rilevati con un radar recorder. Tali dati hanno permesso di individuare le percentuali di scelta da parte dei mezzi pesanti di tre diversi itinerari: Lucca-Viareggio attraverso la A11-A12; Lucca - Massarosa attraverso la A11/A12 e Massarosa - Viareggio attraverso la SR 439; Lucca - Viareggio percorrendo esclusivamente la SR439. Attraverso un Modello di tipo Logit è stato possibile valutare la probabilità di scelta di nuovi itinerari composti in parte da strade esistenti e in parte dal nuovo tracciato. Questa nuova strada è stata progettata e verificata attraverso un programma, Civil Design 10.0. È stata realizzata la planimetria, il profilo longitudinale e le sezioni tipo. Per avere una buona connessione con le zone limitrofe, sono state inserite nel nuovo tracciato, delle intersezioni: quattro rotatorie e una intersezione a raso

    "La Child Behavior CheckList come strumento per l'individuazione precoce dei Disturbi dello Spettro Autistico".

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    Introduzione: L’autismo è un disturbo che insorge, per definizione, entro i 3 anni d’età. Nonostante una maggiore incidenza di diagnosi di disturbo autistico negli anni, ancora oggi l’autismo viene identificato troppo tardi perchè possa ricevere un precoce, adeguato ed efficace trattamento. Nonostante che le prime preoccupazioni dei genitori riguardo alle anomalie comportamentali del figlio talvolta insorgano nel primo anno di vita del bambino, infatti, la diagnosi di autismo avviene, ancora oggi, ad un’età media di 4 anni. Per ridurre questo ‘gap’ temporale, numerosi studi sono stati condotti per individuare degli strumenti di screening adatti all’identificazione precoce dell’autismo. Obbiettivi: Con questo studio abbiamo voluto valutare la validità della CBCL1½-5 per identificare i bambini autistici in età prescolare. Ipotizzandone poi l’utilizzo come strumento di screening per l’identificazione precoce dei disturbi di spettro autistico, abbiamo focalizzato l’attenzione sulla fascia d’età 18-36 mesi, delineando le caratteristiche del questionario che risultano più utili a tale scopo. Metodi: Abbiamo esaminato le CBCL1½-5 compilate dai genitori di 313 bambini di età compresa tra i 18 e i 71 mesi, e suddivisi in un gruppo sperimentale di 101 bambini con diagnosi di disturbo pervasivo dello sviluppo ( DPS ), un primo gruppo di controllo di 95 bambini con altri disturbi psichiatrici ( ADP ), e un secondo gruppo di controllo di 117 bambini con sviluppo tipico ( ST ). Risultati: Tutte le scale della CBCL1½-5 differiscono significativamente tra i gruppi i DPS, ADP e ST. Quelle che maggiormente distinguono i bambini autistici, sia in tutta l’età prescolare, sia nella fascia d’età 18-36 mesi, sono la scala diagnostica DPS e la scala sindromica Ritiro. La scala DPS è la più sensibile, soprattutto se viene considerato il cut-off borderline ( ≥ 65 ), con una sensibilità dell’ 86.1%. La sensibilità si riduce marcatamente, invece, quando si utilizza il cut-off clinico ( ≥ 70 ). La scala Ritiro è molto specifica ( 95.7% ), sia utilizzando il cut-off clinico ( ≥ 70 ) che quello borderline ( ≥ 65 ). Tuttavia la sua sensibilità è minore rispetto alla scala DPS, e per nessuno dei due cut-off considerati ( ≥ 65 e ≥ 70 ), raggiunge il livello di sensibilità raccomandato per i test di screening ( pari all’ 80% ). Alla scala DPS, sia i bambini con diagnosi di Disturbo autistico, sia quelli che diagnosi di Spettro autistico, ottengono T score ugualmente elevati, al di sopra del cut-off clinico ( ≥ 70 ). Nella scala del Ritiro, invece i bambini con diagnosi di Spettro autistico non superano il cut-off clinico, ma solo il cut-off borderline ( ≥ 65 ). Il livello cognitivo del bambino non influenza significativamente nessuna delle scale della CBCL, ad eccezione della scala dei Disturbi d’Ansia, che ottiene punteggi più elevati nei bambini con un QI nella norma. L’età influenza la sensibilità e la specificità della CBCL: la sensibilità della scala DPS, omogenea fino ai 4 anni d’età, migliora considerevolmente all’aumentare dell’età del bambino, fino a raggiungere il 100% tra i 60 e i 71 mesi. La scala del Ritiro, invece, è più sensibile per i bambini più piccoli ( 18-36 mesi d’età ), mentre nelle età successive ha una sensibilità sempre inferiore a quella della scala DPS. Gli item, delle scale DPS e Ritiro, che hanno maggiori capacità discriminanti per il disturbo autistico nei prescolari, sono gli items relativi all’evitamento dello sguardo ( item 4 ), la mancata risposta al nome ( item 23 ), i disturbi del linguaggio ( item 76 ), i comportamenti strani ( item 80 ), la resistenza a situazioni o persone nuove ( item 92 ) e il ritiro sociale ( item 98 ). Nella fascia d’età 18-36 mesi, la scala del Ritiro, risulta essere la più sensibile ( 86.2% ) e specifica, sia nel confronto con i bambini con ADP ( 83.3% ) che nel confronto con i bambini con ST ( 96.4% ). A questa età gli item discriminanti sono quelli relativi agli items: 4 ( ‘Evita di guardare gli altri negli occhi’ ), 7 ( ‘Non sopporta le cose fuori posto’ ), 76 ( ‘Ha problemi di linguaggio’), e 80 ( ‘Presenta comportamenti strani’ ). L’item 7 ha ottenuto punteggi medi superiori nei bambini con ADP ( 0.5 ) rispetto sia ai bambini con ST ( 0.3 ) sia ai bambini con DPS ( 0.2 ). Il suo ‘potere discriminante’ sembrerebbe essere dovuto, quindi, alla capacità di distinguere i bambini con ADP. Considerando un ipotetico nuovo cluster di domande discriminanti, costituito dagli items 4, 76 e 80, come strumento di screening per il disturbo autistico al di sotto dei 3 anni d’età, otteniamo una sensibilità del 93.1%. Conclusioni: La CBCL1½-5 è uno strumento sufficientemente sensibile e specifico nell’identificazione dei soggetti autistici in età prescolare, a questo scopo suggeriamo di utilizzare il range borderline ( cut-off ≥ 65 ) della scala DPS. Vista la sua validità anche al di sotto dei 3 anni d’età, ne suggeriamo l’inserimento in programmi di screening da effettuare tra i 18 e i 36 mesi d’età, durante i periodici controlli di salute presso i pediatri di famiglia. L’individuazione di un nuovo cluster di item maggiormente discriminanti può fornire lo spunto per ulteriori valutazioni sulla eventuale modifica del questionario al fine di migliorarne la sensibilità e l’applicabilità nei contesti extra-specialistici

    Relazioni ‘sistemiche’ e mediazioni del consumo musicale

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    La trattazione si apre con una ricognizione storica delle vicende fondamentali che hanno permesso, successivamente all’invenzione della registrazione sonora, la progressiva delineazione dei contorni dell’attuale mercato globale della musica registrata. Successivamente, viene effettuata un’analisi delle caratteristiche ‘strutturali’ del settore discografico internazionale, descrivendo i cambiamenti organizzativi e gestionali messi in opera nel corso degli anni dalle grandi corporations della musica e operando una concettualizzazione del sistema ‘tipico’ di relazioni vigente tra grandi etichette multinazionali (majors) e piccole case discografiche (indies). In riferimento alla realtà italiana, l’analisi dei rapporti tra majors e indies viene ‘operativizzata’ interpretando i dati di share produttivo e distributivo pertinenti agli album ed ai singoli di maggiore visibilità e successo. Nel far questo, si utilizzano fonti indirette facenti capo alla rivista specializzata “Musica e Dischi”. Nel secondo capitolo viene presentata una sistematizzazione teorica, condotta con i necessari riferimenti alla letteratura internazionale, dell’iter procedurale mediante il quale i prodotti culturali, e musicali in particolare, “attraversando” progressivamente organizzazioni di diversa natura – nell’ambito di complesse mediazioni tra attori del sistema produttivo, promozionale, mediatico e di consumo – giungono ad ‘esistere’ come prodotti finiti, dotati di una determinata “immagine” e ‘orizzonte semantico’. I fruitori, a loro volta, mediano e ‘costruiscono’ il significato dei prodotti. In questa prospettiva, si evidenziano le relazioni circolari tra contesti produttivi, distributivi, mediatici e pubblici dei fruitori. Mostriamo anche che i prodotti musicali vengono interpretati diversamente a seconda del periodo storico e delle caratteristiche dello spazio sociale e culturale di riferimento, discutendo l’esempio della fruizione operistica nella società nordamericana nel corso del XIX secolo. Nel terzo capitolo, si discutono criticamente i principali contributi teorico-analitici che si sono succeduti nel dibattito accademico in merito alle fenomenologie del consumo culturale e musicale, ripercorrendo studi ormai imprescindibili e ponendo in evidenza punti di forza e ‘limitazioni’ che, a nostro parere, caratterizzano le diverse impostazioni. La riflessione si sviluppa a partire dalle analisi di Adorno per giungere – passando per i principali contributi del Centre for Contemporary Cultural Studies (CCCS) di Birmingham – fino al dibattito più recente inerente i concetti di scena e tribù musicale. Successivamente, la riflessione verte sulla recente letteratura che ha indagato la relazione esistente tra stratificazione sociale, gusti e consumo culturale, focalizzando l’attenzione sulla fruizione musicale e mostrando le diverse modalità secondo le quali viene delineato il rapporto tra spazio sociale e culturale nel dibattito sociologico contemporaneo. L’ultimo capitolo si apre con una comparazione della fruizione fonografica internazionale, focalizzando l’attenzione in particolare sui valori di consumo pro capite espressi dal nostro Paese, ‘ricostruiti’ dopo un attento esame incrociato di più fonti, dirette e indirette, di settore. In questo modo, si mostra che i valori di fruizione discografica italiani sono più alti di quanto evidenziato dai dati diffusi dall’organizzazione mondiale di rappresentanza della discografia e che le stime del cosiddetto settore “pirata” devono essere conseguentemente rivedute. Si evidenziano le peculiarità del settore distributivo della discografia italiana, con i consumi fonografici che raggiungono valori molto alti in scenari ‘alternativi’ quali le edicole. La trattazione verte quindi sui nuovi scenari della musica digitale, dalla Internet music alla mobile music, evidenziando le dialettiche che si ripropongono nello scenario virtuale tra majors e indies. A questo proposito, effettuiamo una comparazione – con dati raccolti personalmente – delle dichiarazioni rilasciate dai principali delegati delle organizzazioni della discografia italiana. Viene quindi presentato un ‘caso studio’ interessante ai fini del presente studio: si analizzano le discussioni condotte dagli utenti di “Musicsite”, portale interamente dedicato alla musica, evidenziando la capacità dell’arte sonora di mediare l’azione, i significati e l’identità di gruppo dei ragazzi nella vita quotidiana online e offline. Concludendo, si delinea il concetto di mediazione musicale ‘sistemica’ quale viene da noi inteso

    Human mesenchymal stem cells labelled with dye-loaded amorphous silica nanoparticles: long-term biosafety, stemness preservation and traceability in the beating heart

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    Treatment of myocardial infarction with mesenchymal stem cells (MSCs) has proven beneficial effects in both animal and clinical studies. Engineered silica nanoparticles (SiO2-NPs) have been extensively used as contrast agents in regenerative medicine, due to their resistance to degradation and ease of functionalization. However, there are still controversies on their effective biosafety on cellular systems. In this perspective, the aims of the present study are: 1) to deeply investigate the impact of amorphous 50 nm SiO2-NPs on viability and function of human bone marrow-derived MSCs (hMSCs); 2) to optimize a protocol of harmless hMSCs labelling and test its feasibility in a beating heart model. Optimal cell labelling is obtained after 16 h exposure of hMSCs to fluorescent 50 nm SiO2-NPs (50 µg mL(-1)); interestingly, lysosomal activation consequent to NPs storage is not associated to oxidative stress. During prolonged culture hMSCs do not undergo cyto- or genotoxicity, preserve their proliferative potential and their stemness/differentiation properties. Finally, the bright fluorescence emitted by internalized SiO2-NPs allows both clear visualization of hMSCs in normal and infarcted rat hearts and ultrastructural analysis of cell engraftment inside myocardial tissue. Overall, 50 nm SiO2-NPs display elevated compatibility with hMSCs in terms of lack of cyto- and genotoxicity and maintenance of important features of these cells. The demonstrated biosafety, combined with proper cell labelling and visualization in histological sections, make these SiO2-NPs optimal candidates for the purpose of stem cell tracking inside heart tissue

    The Hay Wells Syndrome-Derived TAp63aQ540L Mutant has Impaired Transcriptional and Cell Growth Regulatory Activity

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    p63 mutations have been associated with several human hereditary disorders characterized by ectodermal dysplasia such as EEC (ectrodactyly, ectodermal dysplasia, clefting) syndrome, ADULT (acro, dermato, ungual, lacrimal, tooth) syndrome and AEC (ankyloblepharon, ectodermal dysplasia, clefting) syndrome (also called Hay-Wells syndrome). The location and functional effects of the mutations that underlie these syndromes reveal a striking genotype-phenotype correlation. Unlike EEC and ADULT that result from missense mutations in the DNA-binding domain of p63, AEC is solely caused by missense mutations in the SAM domain of p63. In this paper we report a study on the TAp63alpha isoform, the first to be expressed during development of the embryonic epithelia, and on its naturally occurring Q540L mutant derived from an AEC patient. To assess the effects of the Q540L mutation, we generated stable cell lines expressing TAp63alpha wt, DeltaNp63alpha or the TAp63alpha-Q540L mutant protein and used them to systematically compare the cell growth regulatory activity of the mutant and wt p63 proteins and to generate, by microarray analysis, a comprehensive profile of differential gene expression. We found that the Q540L substitution impairs thetranscriptional activity of TAp63alpha and causes misregulation of genes involved in the control of cell growth and epidermal differentiation

    The human tumor suppressor ARF interacts with Spinophilin/Neurabin II, a type 1 protein-phosphatase-binding protein

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    The INK4a gene, one of the most often disrupted loci in human cancer, encodes two unrelated proteins, p16(INK4a) and p14(ARF) (ARF) both capable of inducing cell cycle arrest. Although it has been clearly demonstrated that ARF inhibits cell cycle via p53 stabilization, very little is known about the involvement of ARF in other cell cycle regulatory pathways, as well as on the mechanisms responsible for activating ARF following oncoproliferative stimuli. In search of factors that might associate with ARF to control its activity or its specificity, we performed a yeast two-hybrid screen. We report here that the human homologue of spinophilin/neurabin II, a regulatory subunit of protein phosphatase 1 catalytic subunit specifically interacts with ARF, both in yeast and in mammalian cells. We also show that ectopic expression of spinophilin/neurabin II inhibits the formation of G418-resistant colonies when transfected into human and mouse cell lines, regardless of p53 and ARF status. Moreover, spinophilin/ARF coexpression in Saos-2 cells, where ARF ectopic expression is ineffective, somehow results in a synergic effect. These data demonstrate a role for spinophilin in cell growth and suggest that ARF and spinophilin could act in partially overlapping pathway

    Effects of Azadirachta indica seed kernel extracts on early erythrocytic schizogony of Plasmodium berghei and pro-inflammatory response in inbred mice

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    Background: Medicinal plant research may contribute to develop new pharmacological control tools for vector borne diseases, such as malaria. Methods: The effects of methanol extracts (ME) obtained from seed kernel of ripe and unripe Azadirachta indica fruits were studied on erythrocytic proliferation of the rodent malaria parasite Plasmodium berghei strain ANKA and on mice pro-inflammatory response, as evaluated by measuring the matrix-metalloproteinase-9 (MMP-9) and tumour necrosis factor (TNF) plasma levels, in two mouse strains (C57BL/6 and BALB/c) which are considered as prototypical of Th1 and Th2 immune response, respectively. Results: ME obtained from seed kernel of unripe Azadirachta indica fruits decreased by about 30% the proportion of erythrocytes infected with the malaria parasite in C57BL/6 mice in the 4 days suppressive test. In this treatment group, MMP-9 and TNF levels were notably higher than those measured in the same mouse strain treated with the anti-malarial drug artesunate, Azadirachta indica kernel extracts from ripe fruits or solvent. In BALB/c mice, treatment with kernel extracts did not influence parasitaemia. MMP-9 and TNF levels measured in this mouse strain were notably lower than those recorded in C57BL/6 mice and did not vary among treatment groups. Conclusions: The effects of the ME on the parasite-host interactions appeared to be mouse strain-dependent, but also related to the ripening stage of the neem fruits, as only the unripe fruit seed kernel extracts displayed appreciable bioactivity

    Homovanillic acid in CSF of mild stage Parkinson's disease patients correlates with motor impairment.

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    In Parkinson's disease (PD), several efforts have been spent in order to find biochemical parameters able to identify the progression of the pathological processes at the basis of the disease. It is already known that advanced PD patients manifesting dyskinesia are featured by the high homovanillic acid (HVA)/dopamine (DA) ratio, suggesting the increased turnover of DA in these patients. Less clear is whether similar changes affect mild and moderate stages of the disease (between 1 and 2.5 of Hoehn & Yahr -H&Y- stage). Hence, here we tested whether cerebrospinal fluid (CSF) concentrations of DA and its major metabolites, either 3,4-dihydroxyphenylacetic acid (DOPAC) or HVA, correlate with motor performance in mild and moderate PD patients. CSF samples were collected after 2 days of anti-PD drugs washout, via lumbar puncture (LP) performed 130 min following administration of oral levodopa (LD) dose (200 mg). LP timing was determined in light of our previous tests clarifying that 2 h after oral LD administration CSF DA concentration reaches a plateau, which was un-respective of PD stage or duration. DA, DOPAC and HVA were assayed by high performance liquid chromatography in a group of 19 patients, distributed in two groups on the basis of the H&Y stage with a cut-off of 1.5. In these PD patients, HVA was correlated with DOPAC (R = 0,56, p < 0,01) and both HVA and DOPAC CSF levels increased in parallel with the motor impairment. More importantly, HVA correlated with motor impairment measured by the Unified Parkinson's Disease Score -III (UPDRS) (R = 0.61; p < 0.0001). The present findings showed the early alteration of the DA pre-synaptic machinery, as documented by the progressive increase of CSF HVA concentrations, which also correlated with PD motor impairment. Therefore, we suggest the potential use of measuring the CSF HVA level as a possible biomarker of PD stage changes in order to monitor the effectiveness of PD-modifying pharmacological therapies

    Benchmarking in the process of organ donation after brain death: proposal of a methodology to identify actual potential donation

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    Introduction: The loss of a potential donor can be regarded as an adverse event, since it causes the impossibility to a transplant, with the relative personal and social consequences. A critical aspect in the analysis of efficiency of the process of organ donation is that this is oriented to the measurement of individual phases, starting with the reporting of potential donors, whereas the activities that precede the activation of the donation process, which mainly consist in the management of the cerebral lesion, may be neglected. This issue is of importance, as proven by the observation, that over 50% of deaths with acute cerebral lesion in the ICU are encephalic deaths. However, inconsistency and heterogeneity on how data on cerebral lesion and death are collected in different settings remain a major problem. The objective of this thesis is to propose a method which allows a more uniform data collection regarding deaths with acute cerebral lesion in the ICU. This could improve the quality of the data and provide indicators to better identify more realistic potential donor scenarios. Materials and Methods: We performed a retrospective observational analysis of deaths with acute cerebral lesion in the ICUs of Tuscany region from 01/01/2009 to 31/12/2011; data of the Regional Quality Programme versus those in the Hospital Discharge Forms were compared. The analysis was carried out in following steps: a. identification of the parameters of extraction in the Hospital Discharge Forms in order to avoid the introduction of confounding factors into the processing, such as, for example, the diagnosis of chronic brain injury; b. identification of a common parameter in the cases of encephalic death; c. application of the parameters identified to estimate the phenomenon of death with cerebral lesion, with the possibility of progression to brain death, out of the ICU. Results: a. Principal and first secondary diagnosis are the parameters for the extraction of deaths with cerebral lesion from Hospital Discharge Forms that are consistent with the diagnosis of the Regional Quality Programme b. there is a very significant difference (p 72 hours, this showing that the length of hospitalization affects the progression to brain death c. the extraction of data [according to a) and b)] from Hospital Discharge Cards related to deaths outside the ICUs showed that out of 1,690 deaths, 71.71% (1212) were in the age group over 80 years, 25.32% (428) between 60 and 80 and only 2.95% (50) were under the age of 60 years. The method described in this thesis could be used on a large scale to extract and analyze data of patients dead with cerebral lesion in the ICU. Its use would allow the comparison of the real potential and efficiency of the system to detect and report deaths with cerebral lesion in the individual regions. The implementation of the research outside the ICUs may add quality to the determination of what are the real donation potential at local and national levels, to support the clinical governance

    Corpus callosum in preschoolers with Autism Spectrum Disorder: an imaging study

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    The hypothesis of abnormal neural connectivity, involving short- and long-distance connections, is one of the most sustained pathophysiological theories of ASD. Recently, whole-brain analyses reconciled seemingly disparate themes of both hypo- and hyperconnectivity in the ASD literature, because both were detected, although hypoconnectivity seems to dominate, particularly for corticocortical and interhemispheric functional connectivity. CC is the largest WM structure in human brain and it is the main connection and information transfer structure involved in interhemispheric communication. A growing body of literature has identified size reductions of the CC in subjects with ASD, and CC size also appears to be inversely related to autism severity and the intelligence quotient (IQ). However to date very few studies have been conducted on preschool age, when the disorder show its higher clinical expression. The main goal of our study is to compare the CC volume between preschoolers with ASD and controls subjects. We analyzed CC subregions volume in both groups also. Then, callosal size relations to demographic and clinical variables of ASD and control group (gender, age, non-verbal IQ, and language) have been examined. Lastly, in the ASD group we assessed callosal volume relationship with autism severity
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