489 research outputs found

    Comparative Analysis of the Volatile Profile of 20 Commercial Samples of Truffles, Truffle Sauces, and Truffle-Flavored Oils by Using HS-SPME-GC-MS

    No full text
    The aroma profile of raw truffles, of truffle sauces, and of natural and artificial truffle flavored oils made from or made to imitate Tuber magnatum, Tuber melanosporum, and Tuber aestivum was characterized by solid-phase microextraction-gas chromatography-mass spectrometry (SPME-GC-MS). Both naturally and artificiallymade oils were not only mainly dominated by bis(methylthio)methane (BMTM), a marker compound typical of white truffle, but also found in most of the oil samples flavored with black truffle. BMTM was not detected or detected in low amounts in black truffles but was very high in sauces (59.74–77.691%); instead, 1-octen-3-ol was high in truffles (35.227–75.208%) but low in sauces. Along the same lines, terpenoid compounds such as α-cubebene, copaene, caryophyllene, α-caryophyllene, and α- farnesene were not detected at all in T. aestivum raw truffle but were present in most truffle sauces. Thus, it was found that neither the natural nor the artificial truffle oil samples adequately replicated the aromas of the species of truffle examined, and this was confirmed by principal component analysis (PCA

    Anchovies: a healthy food and a good source of vitamins B2 (riboflavin) and B3 (niacin).

    Get PDF
    Vitamins are crucial for maintaining good health in humans; lack of a sufficient amount of them can cause serious disease [1]. Essential for the calculation of dietary intake of nutrients from food is the use of reliable, accurate and precise analytical methods for nutrients in the foods. The water-soluble vitamins act mainly as coenzymes, while the fat-soluble ones act in different and more complex ways [2]. In foodstuffs, the vitamins B2 (riboflavin) and B3 (niacin) may be present in free (riboflavin, nicotinamide and nicotinic acid) and binding forms (essentially riboflavin-5’-phosphate (FMN), riboflavin- 5’-adenosyldiphosphate (FAD), nicotinamide adenine dinucleotide (NAD) and nicotinamide adenine dinucleotide phosphate (NADP)). Furthermore, they may be bound tightly but non-covalently to proteins and polysaccharides [3]. Anchovies are a good source of those two vitamins, based on the various nutrition tables available. Thus, the aim of this paper was to evaluate the content of vitamin B2 (riboflavin) and B3 (niacin, i.e. nicotinic acid plus nicotinamide) in anchovies samples provided by “Dimar Sapore di Mare” and to evaluate the possibility to use the health claims related to the above vitamins reported in EU Regulation 432/2012. In order to use the claim, the levels of these two vitamins must be at least 15% of the recommended dose given in the Annex Regulation 2008/100/ EC, that is 1.4 mg/100 g for riboflavin and 16 mg/100 g for niacin. In the current study, we tested different extraction procedures such as acidic hydrolysis, acidic hydrolysis plus protein precipitation, acidic plus enzymatic hydrolysis and enzymatic hydrolysis and we choose the best one for the extraction of riboflavin and niacin from anchovies. Additionally, a new analytical method to simultaneously determine these three compounds in anchovies by using HPLC-MS/MS triple quadrupole, has been developed. The analytical procedure is fast (2.5 minutes of chromatography run time), the method is sensitive (LOQ for all compounds is in the range 1-5 µg kg-1), accurate and robust as it is possible to apply the method to both normal and under-oil/canned anchovies. After method validation, the best method was then applied to the analysis of 23 anchovies samples, in order to understand the dietary intake of vitamins

    Universit\ue0 degli studi di Macerata

    Get PDF
    Sono illustrati i servizi di orientamento, tutorato e job placement delle 4 Universit\ue0 delle March

    Il ruolo del corpo nella didattica: Riflessioni scientifiche ed aree di applicazione

    Get PDF
    The aim of this study is emphasize the important of corporeality within didactis. Neurodidactics identifies the relationship between the internal processes and the dynamics of the body movement, which identifies improvements in learning due to brain plasticity, making an important contribution to a didactic and disciplinary perspective by emphasizing the importance of knowledge acquisition through new ways of understanding environment, school organization andnew considerations of the subjects as teachers and students.The body-manipulative activities represented a cornerstone of the activist position which, in the first half of the 20th century, created new scenarios for the didactics, by drawing more and more inspiration from the learning models that could enhance the natural disposition of the child “to act”, recognizing in the movement and action the preparatory function for the development of thought.In this perspective, our interest is to destructuralize the current school that is at a standstill and limited to goals, and apply a global, experiential and dynamic didactics that considers education in its etymological meaning by stimulating the possibility of developing individual skills considering the resources of every student, motivating them to unleash their creative mind by opening it up to curiosity and to the discovery of new knowledge acquired with all of their body.Lo scopo di questo studio è di sottolineare l’importanza della corporeità nella didattica.La neurodidattica identifica il rapporto tra i processi interni e le dinamiche del movimento corporeo, il quale identifica un’amplificazione migliorativa dell’apprendimento in visione della plasticità cerebrale, dando un importante contributo ad una prospettiva didattica e disciplinare mettendo in risalto l’importanza dell’acquisizione della conoscenza attraverso nuove modalitàdi intendere l’ambiente, l’organizzazione scolastica e nuove considerazioni nei confronti dei soggetti nel suo essere docenti e discenti.Le attività corporeo-manipolative infatti hanno costituito uno dei fondamenti della posizione attivista che, nella prima metà del Novecento, aveva creato nuovi scenari per la didattica, ispirandosi sempre più a modelli di apprendimento che valorizzassero la naturale disposizione del bambino “al fare”, riconoscendo nel movimento e nell’azione una funzione propedeutica per lo sviluppo del pensiero.In tale ottica il nostro interesse è quello di destrutturare l’attuale scuola ferma e limitata ad obiettivi, applicando una didattica globale, dinamica ed esperenziale che consideri l’educazione nel suo significato etimologico stimolando la possibilità di sviluppare capacità individuali considerando le risorse di ogni studente, motivandolo a liberare la propria mente creativa aprendola alla curiosità ed alla scoperta di nuove conoscenze recepite con la totalità del corpo

    La disciplina europea dei dati: dalla protezione alla governance

    Get PDF
    Il termine datafication (o datificazione) descrive il processo di trasformazione delle interazioni sociali in dati digitali quantificabili al fine rendere possibile la loro classificazione e la loro analisi. In tal senso, la datificazione costituisce l’evoluzione della digitalizzazione nella misura in cui permette una analisi più avanzata in quanto capace di individuare modelli ricorrenti e corrispondenze nascoste anche nell’ambito di grandi insiemi di dati. A tale fenomeno è, fondamentalmente, imputabile la crescita esponenziale, non solo nella quantità, ma soprattutto nella rilevanza che ha contraddistinto i dati, divenuti oramai una risorsa digitale essenziale per la conduzione di qualsiasi attività pubblica o privata. Un cambiamento di simile portata ha inevitabilmente alterato gli equilibri economici e geopolitici preesistenti, facendo confluire maggiore potere nelle mani di quegli attori, pubblici o privati, che per primi erano riusciti ad assicurarsi l’accesso a questo nuovo e prezioso asset. L’inerzia iniziale in tema di sviluppo delle tecnologie digitali è costata cara all’Unione europea: potenze come Stati Uniti d’America e Repubblica Popolare Cinese si trovano ora in una posizione di manifesta superiorità tecnica, nei confronti della quale il vecchio continente difficilmente sarà in grado di recuperare nel breve periodo. Pertanto, l’Unione ha deciso di intervenire, in primis, a livello normativo al fine di arrestare il processo di graduale erosione della propria sovranità causato dal mancato sfruttamento dei dati. In ragione della carenza di infrastrutture e competenze negli Stati membri, il ricorso ad atti di diritto derivato è stato identificato quale via maestra da perseguire, in quanto soluzione capace di tamponare la fuoriuscita di dati preziosi dal perimetro virtuale europeo in maniera tanto immediata quanto, in linea teorica, efficace. L’intensificazione della produzione di provvedimenti, di stampo normativo o istituzionale, specificamente dedicati alla tutela e al corretto sfruttamento dei dati sembra indicare che, in seno agli ordinamenti europeo e degli Stati membri dell’Unione, il diritto dei dati, o data law, si stia affermando quale branca speciale del diritto, rispondente a principi e regole propri e, in parte, autonomi. Il quadro normativo attualmente vigente in Europa si basa sulla fondamentale distinzione tra dati personali, in quanto riguardanti una persona fisica identificata o identificabile, e quelli non personali che, per converso, includono tutte le informazioni non rientranti nella prima categoria. A questa distinzione di fondo fanno riferimento i due principali regolamenti in materia: da un lato, il Regolamento (UE) 2016/679 relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali e, dall’altro, il Regolamento (UE) 2018/1807 relativo a un quadro applicabile alla libera circolazione dei dati non personali. La disamina del sistema normativo europeo proposta nell’ambito del presente lavoro mostra un forte squilibrio tra questi due poli: il baricentro della disciplina è pesantemente spostato verso la normazione dei dati a carattere personale in ragione della qualifica di diritto di rango fondamentale che la protezione di queste informazioni ha assunto nell’ordinamento europeo. Conseguentemente, anche la dottrina pubblicistica continentale ha preso la medesima piega, incentrando i propri studi sull’esigenza di protezione dell’individuo dalle conseguenze negative che possono derivare dall’utilizzo (anche lecito) delle informazioni che lo riguardano. Sull’altro versante, invece, i dati non personali sono stati prevalentemente oggetto di approfondimento da parte di esperti afferenti ai settori commerciale, economico e privatistico, con particolare riferimento all’ambito della tutela della proprietà intellettuale. Le ragioni alla base del consolidamento di tale quadro regolamentare e dottrinale sono riconducibili alla peculiare evoluzione del diritto dei dati in territorio europeo, dove gli strascichi del secondo conflitto mondiale hanno favorito lo sviluppo di un’impostazione, prima giurisprudenziale, poi normativa, intenta a non sacrificare gli interessi individuali di fronte al crescente utilizzo degli strumenti di trattamento automatizzato dei dati personali da parte delle autorità pubbliche. Tuttavia, i cambiamenti radicali che nell’ultimo decennio hanno interessato il settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione sollecitano un mutamento nell’approccio allo studio della materia. Le attuali capacità di analisi dei dati delle macchine hanno portato alla luce due aspetti di preminente rilevanza. In primo luogo, la distinzione su cui è stato edificato il diritto europeo dei dati è molto meno chiara di quanto la legge lasci presuppore: la qualificazione di una informazione come personale o meno è pesantemente influenzata dal punto di osservazione che assume l’interprete e dagli elementi pertinenti che egli prende in considerazione in sede di valutazione. In secondo luogo, l’utilizzo degli strumenti moderni ha oramai dimostrato che ripercussioni significative sulla società e sulle persone che vi appartengono non derivano più solo ed esclusivamente dal trattamento di informazioni a carattere personale. Con la diffusione dei Big Data, l’impiego di qualsiasi tipo di informazione, anche non personale, assume un valore nuovo, poiché contribuisce a produrre risultanze sulla base delle quali il mondo in cui viviamo viene plasmato e modificato. Pertanto, sebbene sia comprensibile e assolutamente condivisibile la scelta di orientare le prime regole e studi sui profili che comportano rischi più immediati per la persona fisica, sembra ora arrivato il momento di dedicare alcune riflessioni anche ad altre dimensioni inerenti al diritto dei dati. Da tali considerazioni, essenzialmente, sono nate le domande che hanno guidato la redazione dell’elaborato, il quale si propone di osservare il sistema europeo di regolazione del trattamento delle informazioni adottando una prospettiva tesa ad includere altri interessi di rilievo costituzionale, prescindendo dalla considerazione del dato personale come unico fattore da presidiare per realizzare un ordinamento che protegga efficacemente i valori fondamentali europei. In particolare, la ricerca è stata sviluppata con l’obiettivo di valutare se il quadro regolamentare europeo di data law attualmente in vigore sia idoneo a soddisfare anche esigenze diverse dalla tutela dell’individuo, fra le quali spiccano quelle – tra loro connesse – di sovranità e di competitività industriale, individuate dalle stesse istituzioni continentali come fini da perseguire per mezzo di opportuni interventi normativi. In altri termini, si tratta di comprendere se il sistema binario impostato dal legislatore europeo sia in armonia o, al contrario, entri in collisione, con le finalità che il legislatore medesimo vorrebbe raggiungere. Alla luce di tali premesse, la tesi esordisce con l’analisi dell’evoluzione del quadro normativo continentale condotta allo scopo di illustrare i motivi che hanno portato alla creazione di un sistema “a due velocità”, dove la preminenza del diritto fondamentale alla protezione dei dati personali relega i dati non personali a una posizione secondaria. Siffatta impostazione normativa emerge con chiarezza dal confronto fra il Regolamento (UE) 2016/679 e il Regolamento (UE) 2018/1807, specialmente in riferimento alle differenti modalità di declinazione del principio di libera circolazione dei dati presenti in tali provvedimenti. Pertanto, muovendo da una disamina de iure condito focalizzata, principalmente, sulle difficoltà di qualificazione giuridica della natura dei dati derivanti dalle soluzioni definitorie adottate dal legislatore, il lavoro si conclude con l’esame delle proposte più recenti in materia al fine di comprendere la direzione verso cui sta virando il diritto europeo dei dati

    Historia del arte en sellos postales: imagenes de producciones y artistas barrocos

    Get PDF
    Este artículo pretende ilustrar cómo se refleja en las imágenes utilizadas en sellos postales, un amplio abanico de distintas expresiones barrocas: arquitectura, pintura, literatura, música y escultura. A partir de la revisión de una población de ejemplares emitidos entre 1840 y 1990 en más de 300 Estados pertenecientes a los 5 continentes, se realizó una cuidadosa selección atendiendo a los siguientes criterios: Sellos circulados de tiradas numerosas y profusamente utilizados que llegaron a manos de millones de personas en su correspondencia, siendo en consecuencia, de fácil acceso para cualquier filatelista en la actualidad; frecuencia de aparición de diferentes temas barrocos en cada Estado y década. Se presenta un recorrido que partiendo de Italia, origen de este movimiento, pasa por España y otros estados europeos, llegando finalmente a América, África, y la Península Arábiga. El hecho de que siglos después, no solo los gobiernos de aquellos lugares en los que se desarrolló este movimiento cultural y artístico hayan decidido evocar y difundir la producción del mismo, puede dar cuenta del reconocimiento del valor e importancia cultural que reviste, trascendiendo barreras de espacio, tiempo, diferencias culturales y políticas que pueden existir entre los pueblos

    Higher, but Not Too High, Dose Is Only One Determinant of Corticosteroid Treatment Success in Severe COVID-19

    Get PDF
    We read with interest the study from Pitre and colleagues, who systematically reviewed 20 randomized controlled trials published through August 2022, concluding that higher doses of corticosteroids (CSs) probably reduce mortality (relative risk, 0.92; 95% confidence interval [CI], 0.85–0.98) and the need for mechanical ventilation (relative risk, 0.91; 95% CI, 0.87–1.03) compared with lower doses in severe-to-critical coronavirus disease (COVID-19), without significantly impacting either the duration of hospitalization or the incidence of nosocomial infections (1)

    Sentidos, prácticas y normativas asociadas a la inclusión de aulas virtuales complementarias en FACSO (UNICEN)

    Get PDF
    In this work we analyze the practices and meanings built by teachers who work with complementary virtual classrooms at the Faculty of Social Sciences (UNICEN). The research methodology is qualitative, and the data collection techniques are observation inside the virtual campus and the analysis of written participations in a training course. In the results, we present practices carried out in virtual environments and the meanings constructed by professionals regarding teaching and learning in the virtual modality, to later link these results to the analysis of the regulatory frameworks of the teaching activity. In the conclusions, we propose to rethink the conditions of teaching work in the context of technological convergence and the possibilities to guarantee quality education without damaging labor rights.En este trabajo nos proponemos analizar las prácticas y significados construidos por docentes que trabajan con aulas virtuales complementarias en la Facultad de Ciencias Sociales (UNICEN). La metodología de investigación es cualitativa, y las técnicas de recolección de datos son la observación en el campus virtual y el análisis de participaciones escritas en un curso de capacitación. En los resultados, presentamos las prácticas realizadas en los entornos virtuales y los significados construidos por los profesionales respecto a la enseñanza y el aprendizaje en la modalidad virtual, para luego vincular estos resultados con el análisis de los marcos regulatorios de la actividad docente. En las conclusiones, proponemos repensar las condiciones del trabajo docente en el contexto de la convergencia tecnológica y las posibilidades para garantizar una educación de calidad sin lesionar derechos laborales
    corecore